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Per le susine la previsione e' di quantita' discrete

Non sarà un'annata di piena produzione, ma neppure ci si può lamentare. Almeno fino a questo momento. Abbiamo interpellato alcuni produttori per cercare di capire come le piante di susino abbiano reagito a questa primavera che ha alternato temperature elevate ad altre molto basse e con piogge frequenti e prolungate.

Nico Ugolini, produttore di Faenza (Ravenna), coltiva 5 ettari di Angeleno e 1 ettaro di Fortune. "La produzione di Angeleno mi pare abbondante – afferma l'agricoltore – e infatti, se non succede nulla di anomalo, dovremo procedere al diradamento. Però, come è noto, le susine tendono a subire un fenomeno di cascola con l'arrivo dei caldi improvvisi. Per questo, prima di diradare, aspettiamo ancora qualche settimana. Non vorremmo avere brutte sorprese successivamente".



Circa la Fortune, Ugolini conferma la stessa impressione, cioè che la produzione sia più che discreta. "In altre zone qui limitrofe, però, ho sentito di cali produttivi dovuti, probabilmente, alle piogge primaverili".

L'agricoltore è un esperto produttore di frutta estiva e autunnale. In azienda ha circa 70 ettari fra kiwi, albicocche e susine. E nei prossimi giorni comincerà la raccolta delle varietà di albicocche più precoci.

Sulla stessa lunghezza d'onda è Romano Brero, dell'omonima azienda sita nelle campagne di Costigliole Saluzzo (Cuneo). "E' un po' presto per esprimere giudizi. Io coltivo 5 ettari di Angeleno e vedo che la produzione è buona. Però, in annate precedenti, in giugno ci sono stati fenomeni di cascola importanti. Preferisco quindi aspettare un po' prima di esprimere un parere definitivo".

Dal Piemonte di nuovo in Romagna, a Castel Bolognese. "La produzione è molto variabile a seconda delle varietà" è l'opinione di Stefano Alberghi che ha un paio di ettari di susino. "Quelle più precoci, ad esempio del gruppo Black, quantitativamente sono abbastanza scariche. Nessun problema, invece, per la Fortune. Ad ogni modo, complessivamente, credo che rispetto a un'annata normale siamo all'80% della carica produttiva".