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"Si prosegua ancora per alcune settimane"

Distretto Agrumi di Sicilia: no al blocco della trasformazione del prodotto a polpa rossa

"Non possiamo lasciare sugli alberi le arance destinate alla trasformazione. Sarebbe un colpo durissimo per i produttori e per l'intera filiera produttiva. E' fondamentale che le industrie siciliane proseguano le attività di trasformazione degli agrumi a polpa rossa (tarocco, moro e sanguinello) per ulteriori 15 giorni, così come richiesto dalla commissione tecnica prodotto trasformato coordinata dal Distretto Agrumi di Sicilia e dall'assessorato Agricoltura della Regione Sicilia che si è riunita la scorsa settimana a Palermo". E' questo l'invito pressante del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia e delle categorie datoriali della produzione singola ed aggregata ai rappresentanti delle industrie siciliane.

"Le industrie di trasformazione – spiega Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia - non possono tirarsi indietro in questo momento così delicato. C'è l'Accordo di filiera prodotto trasformato sul quale solo la parte industriale deve ancora esprimersi e c'è la disponibilità dell'Assessorato regionale a sostenere tale accordo. Ci sono richieste ben precise, volte a una riorganizzazione complessiva della filiera, al monitoraggio delle produzioni commercializzate e trasformate attraverso azioni specifiche e già concordate, alla modifica di alcune direttive comunitarie che tutelerebbero molto meglio le nostre produzioni. Abbiamo già fatto presente all'Assessorato che occorre promuovere e sostenere il prodotto siciliano trasformato con una forte campagna mediatica che ne valorizzi la provenienza".



E, in quest'ottica, occorre una presa di coscienza di tutta la filiera per guardare avanti.

"I produttori scontano già prezzi bassissimi e uno stop alla trasformazione degli agrumi non sarebbe sopportabile. Per questo chiediamo che la campagna di trasformazione del prodotto a polpa rossa prosegua per tutto il periodo richiesto – aggiunge Argentati – e non per un periodo inferiore, una sola settimana, come sembra voler concedere l'industria di trasformazione. Ci auguriamo che anche l'Assessore Cracolici voglia esprimere il suo invito in tale direzione. Comprendiamo le esigenze degli industriali, e ringraziamo anche quanti, tra questi, hanno dato e continuano a dare una pronta e massima disponibilità, ma per fare filiera occorre agire in una visione unitaria. Solo così il comparto potrà crescere e superare le difficoltà".

"A tutti i tavoli tecnici – aggiunge Giuseppe Di Silvestro, presidente CIA Catania - abbiamo invitato le industrie a proseguire la trasformazione del prodotto rosso, in particolare della varietà tarocco che è molto richiesta dal mercato. Bisogna fare lo sforzo di continuare a trasformare per tutto il mese di maggio. Se così non fosse, saremo costretti a scendere in piazza, perché le arance rimarrebbero sugli alberi e si arrecherebbe un gravissimo danno a tutto il comparto. Il blocco della trasformazione causerebbe una situazione di estrema gravità che istituzioni e industrie non devono sottovalutare".

"Quella che ci è stata prospettata sembra l'ennesima presa in giro – rincara Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania - Il prezzo che un'industria di trasformazione ci ha offerto, ben 3 centesimi al di sotto del costo di raccolta, è quasi surreale. Un'offesa ai produttori che già percepiscono un misero corrispettivo di 10 centesimi al chilo che a riesce a malapena a coprire i costi di raccolta".

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Il Distretto Agrumi di Sicilia
Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia nasce nel 2011 con l'obiettivo di riunire e valorizzare con il brand Sicilia tutte le tipologie di agrumi di qualità, freschi e trasformati, prodotti nell'isola: DOP , IGP e biologici. Storicamente il Distretto è la maggiore coesione realizzata in Sicilia, nel settore dell'agrumicoltura, fra aziende private (di commercializzazione e trasformazione), enti pubblici e rappresentanze agricole. I partner sono 144 e includono da un lato le imprese della filiera agrumicola (110), sia singole che associate, dall'altro i Consorzi di tutela dei prodotti IGP e DOP coltivati in diversi territori dell'isola (Arancia rossa di Sicilia IGP, Arancia di Ribera IGP, Limone Interdonato Messina IGP, Limone di Siracusa IGP, Mandarino di Ciaculli e Associazione Limone dell'Etna, questi ultimi due in fase di riconoscimento) le associazioni di categoria, le amministrazioni locali insieme a enti di ricerca scientifica, turismo relazionale e cooperazione per un totale di 34 organismi. Nel giugno 2011 i partner hanno sottoscritto un Patto di Sviluppo per individuare le azioni necessarie al reale sostegno delle imprese della filiera. Federica Argentati, agronomo, è dal 2011 Presidente del Distretto e alla guida della governance composto da imprenditori della filiera e da tutti i presidenti dei consorzi di tutela dei prodotti di qualità.

L'agrumicoltura in Sicilia, dati
Il Distretto Agrumi di Sicilia rappresenta oltre 2 mila addetti della filiera, oltre 21 mila ettari coltivati e produce un fatturato annuo aggregato di oltre 400 milioni di euro. In Sicilia le superfici agrumetate sono 93.771 ettari (circa 60% del totale di quelle italiane); la produzione dei principali agrumi (arancia, limone, mandarino e clementine) ammonta a circa 1,9 milioni di tonnellate (circa 48% della produzione italiana); il valore generato, in termini di fatturato, è di circa 677milioni di euro (circa 52%).
Fonte: Annuario dell'Agricoltura Italiana (Inea 2013)
Data di pubblicazione: