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"Renzi e Boldrini: "Sfacciatamente contro le regole europee. E' la strada che divide e che dichiara la resa dell'UE"

Autotrasporto a rischio per il ripristino dei controlli al Brennero

Un terzo delle merci in entrata e in uscita dall'Italia transita per il valico del Brennero. Secondo l'Ufficio studi della CGIA che ha analizzato i dati di Alpinfo - Ufficio federale trasporti svizzero riferiti al 2013 (ultimo anno disponibile), degli 89 milioni di tonnellate di merci che complessivamente transitano ogni anno lungo i nostri confini alpini su Tir, 29 sono "assorbiti" da questo valico.

Se poi aggiungiamo anche gli 11,7 milioni di tonnellate di merci che viaggiano su ferrovia, la dimensione complessiva delle merci in transito sul Brennero supera i 40 milioni di tonnellate all'anno. E' quindi evidente che la decisione di ripristinare i controlli al Brennero colpirà soprattutto l'autotrasporto. Per i Tir, infatti, si allungheranno notevolmente i tempi di ingresso/uscita dal valico.


(Foto: altoadige.gelocal.it)

Ieri 26 aprile 2016 si è tenuto al Brennero il vertice dei rappresentanti delle forze dell'ordine di Italia, Austria e Germania per discutere gli ormai imminenti controlli di frontiera. Come già anticipato da FreshPlaza (vedi news correlata), sono previste quattro corsie autostradali con un limite di velocità di 30 km/h e nell'area dove verranno svolti controlli personali e controlli a vista, si dovrà procedere a passo d'uomo. I Tir verranno separati dalle auto. I veicoli "sospetti" verranno deviati su alcune piazzole di sosta per ulteriori verifiche. Controlli verranno effettuati anche lungo la Statale.

Vienna, inoltre, insiste sulla presenza di poliziotti austriaci sui treni italiani da Fortezza al Brennero, le cosiddette pattuglie trilaterali. Se ciò non dovesse avvenire, potrebbe essere eretto alla frontiera un vero e proprio recinto lungo 370 metri, a destra e a sinistra dell'asse viario lungo le pendici montane. Il fatto di erigere o meno il recinto, secondo Vienna dipenderà soltanto dalla circostanza se Roma intenderà o meno realizzare al Brennero "zone cuscinetto e strutture di assistenza". I controlli prevedono anche uno stop forzato dei treni a Steinach, subito dopo il confine. La questione sembra, comunque, rinviata all'incontro dei ministri Alfano e Sobotka, che si terrà oggi, 28 aprile, a Roma.


(Foto: altoadige.gelocal.it)

"Secondo uno studio redatto dall'associazione degli autotrasportatori belgi - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - ogni ora di lavoro costa mediamente 60 euro. Con un ritardo di sole 2 ore è stato stimato un aumento dei noli del 10% che ricadrà, nel medio e lungo periodo, sui costi e quindi sui prezzi dei prodotti e di conseguenza sul consumatore finale". I controlli al Brennero rischiano di colpire tutto il sistema produttivo, soprattutto quello legato alle esportazioni.

Se poi, dopo l'Austria, anche altri paesi chiudessero le frontiere l'eventuale sospensione/abolizione dell'intera area Schengen avrebbe delle ricadute molto negative sull'autotrasporto, uno dei settori più colpiti dalla crisi.

Non mancheranno nemmeno ricadute macro-economiche sul lungo periodo: come, ad esempio, la riduzione del potere d'acquisto delle famiglie e il calo dei consumi interni. A fronte di questo scenario, i costi complessivi in capo all'autotrasporto e all'economia più in generale potrebbero oscillare tra un importo minimo di 4,8 e uno massimo di 9,8 miliardi di euro all'anno.



L'eventuale blocco di Schengen avrebbe un effetto dirompente anche per l'Unione europea che nella peggiore delle ipotesi potrebbe costare fino a 94 miliardi di euro all'anno.

I commenti di Renzi, Boldrini e Boschi
Il premier italiano Matteo Renzi ribadisce che una chiusura del confine con l'Italia sarebbe una palese violazione delle regole comunitarie. "L'ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro" ha scritto Renzi nella sua enews. "La questione migratoria è come sempre molto complicata, ma gli annunci esagerati dei giorni scorsi vanno ricalibrati: nei primi quattro mesi dell'anno il numero dei migranti arrivato in Italia è inferiore a quello del 2014 e sostanzialmente uguale a quello del 2015".

E la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha ribadito: "Per quanto riguarda la chiusura del valico del Brennero, la situazione è molto preoccupante. Non credo sia la risposta giusta alla questione del transito dei richiedenti asilo o dei rifugiati. Anzi, se possibile, è la più sbagliata. Mi auguro che ci sia un ripensamento da parte delle autorità austriache e auspico che le istituzioni europee possano mettere la questione all'ordine del giorno, quanto prima. La Commissione europea ha fatto delle proposte e non resta che trovare dei meccanismi per far rispettare gli obblighi che gli Stati membri hanno preso. Non è perciò questa la strada per gestire il fenomeno dei rifugiati; è la strada che divide e che dichiara la resa dell'UE. Equivale ad alzare bandiera bianca. L'Austria deve riconsiderare la sua decisione, al momento del tutto infondata, visto che non ci sono numeri o motivi per cui si debba procedere alla costruzione di questa barriera".

Nella serata di ieri, inoltre, il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha spiegato che l'Italia non consentirà all'Austria di fare controlli sugli immigrati già in territorio italiano. "L'Austria sa benissimo che non può fare controlli sul territorio italiano e noi non accetteremo controlli sul nostro territorio. Ci auguriamo che non vengano messe in pratica quelle misure. L'Italia è pronta a sollevare in sede europea il caso delle eventuali violazioni degli accordi".