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Resoconto di un meeting organizzato dal CSO

La filiera ortofrutticola alle prese con la sfida del mercato globale: operatori e Istituzioni a confronto

"Il CSO deve essere il tavolo dell'ortofrutta", spiega Paolo Bruni, presidente del CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara, riconfermato alla presidenza (vedi nota in fondo all'articolo); un luogo d'incontro al contempo metaforico e reale, nelle sue parole pronunciate venerdì scorso, 22 aprile 2016, all'apertura di una tavola rotonda da lui coordinata sul tema "La filiera ortofrutticola nel mercato globale" insieme alle massime Istituzioni, riunite per mettere a fuoco le strategie per affrontare le sfide commerciali del futuro.


Paolo Bruni, riconfermato alla presidenza del CSO.

All'incontro, organizzato dallo stesso CSO, hanno preso parte Davide Vernocchi, coordinatore del Settore Ortofrutticolo nell'ACI (Alleanza Cooperative Italiane/Agroalimentare), Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, Angelo Benedetti, coordinatore (uscente, nella nuova consigliatura del CSO) delle Imprese di Filiera del CSO, Veronica Bertoldo responsabile dell'Ufficio Associazionismo Agricolo della Regione Veneto, Felice Assenza, Direttore Generale delle Politiche Internazionali e dell'Unione Europea al Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), e Simona Caselli, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna.


La tavola rotonda organizzata dal CSO.

L'intervento di Davide Vernocchi
Una tavola rotonda che si apre con le rivendicazioni di Vernocchi, il quale spiega come "l'ortofrutta rappresenti il 20-25% dell'export italiano. E' un settore importante per l'economia del nostro paese, dove non esistono solo il latte e il vino; pertanto merita attenzione".

"In Italia c'è stato un calo occupazionale di 40mila addetti e se proprio l'occupazione rappresenta, (nell'agenda politica italiana, ndr) una delle priorità, allora l'ortofrutta è un'opportunità", ed elenca il trio di elementi che potrebbero rilanciare il settore: innovazione ("di prodotto e di processo, per distinguerci dalla massa"); internazionalizzazione ("ricercando nuovi mercati e nella speranza che l'embargo russo termini e si riaprano le porte per raggiungere 150 milioni di consumatori d'ortofrutta"); integrazione e aggregazione e, a tal riguardo, cita il caso del kiwi: "Il tasso di abbandono nei confronti della coltura del pesco è a doppia cifra – spiega – mentre crescono albicocco e susine. La produzione si sta spostando verso le colture invernali e non sappiamo esattamente quanto stia crescendo il kiwi; si stima che in 2/3 anni sia cresciuto del 20%, ma se non ci saranno nuovi mercati temo che anche questo settore andrà in crisi".


Davide Vernocchi, coordinatore del Settore Ortofrutticolo nell'ACI (Alleanza Cooperative Italiane/Agroalimentare)

L'intervento di Marco Salvi
Di internazionalizzazione parla anche Salvi spiegando che "viviamo in un mercato in cui la ripresa dei consumi non c'è; si stimava una crescita del PIL dell'1,6%, stima rivista poi all'1,2% e probabilmente non ci arriveremo: Dovremo pertanto guardare sempre più all'estero, a quello che hanno fatto gli altri con prodotti anche inferiori ai nostri. Tuttavia, senza una partecipazione politica facciamo poca strada: il mondo ha delle potenzialità inespresse, ma non basta l'intraprendenza delle imprese, serve anche l'aiuto della diplomazia per superare le barriere fitosanitarie (cfr. FreshPlaza del 22/04/2016)".


Marco Salvi, presidente di Fruitimprese.

Successivamente, nella tavola rotonda, Salvi tocca un altro punto dolente del settore italiano: "dobbiamo porci una domanda (noi dell'ortofrutta, ndr) – pungola - Vogliamo rimanere una colonna portante dell'agroalimentare o vogliamo essere una nicchia? Il futuro dipende da noi. Mi auguro anche io la fine dell'embargo russo, ma anche se quel mercato dovesse riaprirsi non sarà più come prima, perché i nostri spazi sono stati occupati da altri".

L'intervento di Angelo Benedetti

Il richiamo di Vernocchi e Salvi a innovazione e internazionalizzazione sono l'assist per Benedetti (che oltre a essere il coordinatore delle Imprese di Filiera del CSO è anche il patron di Unitec) e per il dirigente del Mipaaf, Assenza.


Angelo Benedetti, coordinatore uscente delle Imprese di Filiera del CSO e numero uno di Unitec.

Spiega infatti Benedetti che, proprio nell'internazionalizzazione e nell'innovazione, "le tecnologie aiutano tantissimo. I benefici che la produzione si può portare a casa con la tecnologia non sono solo un bell'imballaggio o un prodotto ben selezionato, ma riguardano i ricavi: la tecnologia permette di essere vincente sui mercati", e cita il caso di un cliente estero di Unitec capace di spuntare un prezzo al kg di 1,2/2 dollari superiore a quello degli altri perché, proprio grazie alla tecnologia, è in grado di portare sul mercato un prodotto diverso dagli altri omologhi. "All'estero – riprende – abbiamo clienti che non producono, commercializzano soltanto, ma si sono messi nella condizione di rispondere alle esigenze del mercato globale: è ora di pensare di andare su mercati più lontani ma più remunerativi per prodotti di qualità. Ma la qualità va ricercata e scelta".


Angelo Benedetti (Coordinatore uscente Imprese Filiera CSO, Marco Salvi (Presidente Fruitimprese), Simona Caselli (Assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna), Paolo Bruni (Presidente CSO), Felice Assenza (Direttore Generale Ministero Politiche Agricole), Davide Vernocchi (Coordinatore Settore Ortofrutticolo Alleanza Cooperative Italiane/Agroalimentare), Veronica Bertoldo (Responsabile Ufficio Agricolo Regione Veneto.

L'intervento di Felice Assenza
Sul tema dell'internazionalizzazione, delle barriere fitosanitarie e degli accordi bilaterali per l'export, Assenza spiega che "da 10/15 anni il multinazionalismo del WTO (Organizzazione Mondiale per il Commercio) è stagnante, è un sogno, se non infranto, quantomeno messo nel cassetto. Ciò ha aperto la strada agli accordi bilaterali tra paesi e a una loro continua sovrapposizione, accordi in cui spesso l'agricoltura è considerata merce di scambio". E qui il dirigente Mipaaf passa la palla: "non è il Mipaaf il titolare del negoziato, né la Farnesina: abbiamo delegato l'Unione Europea".


Felice Assenza, Direttore Generale delle Politiche Internazionali e dell'Unione Europea al Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf).

Ad oggi sullo scacchiere internazionale sono tanti i tavoli aperti. Su tutti il TTIP, su cui, riprende Assenza, "siamo al 12esimo round". E di negoziati ce ne sono anche all'interno della stessa UE, due su tutti: la Politica Agricola Comunitaria (PAC) e il futuro dell'OCM. "La prossima PAC avrà – riprende Pazienza – 3 obiettivi, uno dei quali sarà la gestione delle crisi. L'embargo russo finirà – sottolinea con una certa sicurezza, rispondendo a Salvi – ma in questa crisi gli strumenti dell'OCM non sono riusciti a reagire in modo efficace: gli strumenti salvagente non sono stati all'altezza". Gli altri due elementi su cui si baserà la prossima Politica Agricola Comunitaria – riporta il funzionario del Ministero – saranno la lotta a sprechi ed eccedenze alimentari e la tutela all'ambiente, con un'attenzione particolare al sequestro del carbonio".

"La nuova OCM è un atto delegato che ci preoccupa molto – replica Vernocchi – perché c'è il rischio di mettere in discussione i fondi portati a casa. Non può l'UE, attraverso un regolamento orizzontale creare regole per tutti, senza considerare che la grande distribuzione è diversa da paese a paese. A Bruxelles dobbiamo lottare per portare a casa ogni centesimo".

L'intervento di Veronica Bertoldo
Per la Regione Veneto è intervenuta Veronica Bertoldo, responsabile dell'Ufficio Associazionismo agricolo regionale, la quale ha illustrato le priorità per un sistema ortofrutticolo sostenibile e competitivo a livello internazionale: "Gli individualisti avranno sempre meno spazio e non potremo prescindere da qualità e rispetto dell'ambiente. Per crescere, non dimentichiamolo, serve inoltre investire in ricerca e innovazione". Bertoldo ha evidenziato anche il ruolo della comunicazione e delle promozione, ancora sottosviluppate ("non si può continuare a dare la colpa esclusivamente ai prezzi dei prodotti e alla crisi globale"). La sensibilità del consumatore andrebbe messa al primo posto.

Veronica Bertoldo, dirigente della Regione Veneto responsabile dell'Ufficio Associazionismo Agricolo.

Un esempio concreto di aggregazione viene proprio dal Veneto, regione che ha visto la percentuale di OP passare dal 16 al 48%: praticamente triplicata, ma si potrebbe fare ancora meglio, date le potenzialità. Nel PSR 2014/2020, il Veneto ha dato priorità a questo processo, scoraggiando la proliferazione di OP di piccole dimensioni; inoltre, sono stati approvati due progetti altamente innovativi che coinvolgono direttamente i produttori e la ricerca per rilanciare il consumo dell'ortofrutta.


Simona Caselli, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna.

L'intervento di Simona Caselli
Tuttavia, OCM e futura PAC a parte, nei confini dell'Unione Europea c'è un altro tema collaterale, per così dire, alla diplomazia tra paesi: quello dei PSR e dell'allocazione delle risorse. Spiega la Caselli, citando il caso emiliano-romagnolo che nel PSR "abbiamo stanziato 100 milioni di euro su Formazione, Consulenza e Innovazione, di cui 50 solo sull'Innovazione. Di recente abbiamo aperto un bando sull'innovazione, stanziando 12 milioni: abbiamo ricevuto domande per 38 milioni di euro. Sul biologico abbiamo ricevuto domande per il 135% dei fondi a disposizione, mentre siamo totalmente fuori scala sull'integrato, con tante domande che non potrei rispondere a tutte nemmeno se usassi tutti i fondi dell'intero PSR dell'Emilia-Romagna. Come facciamo se la Regione che ha più fondi a disposizione in tutta Italia non riesce a rispondere alle domande del proprio territorio?". Viceversa, si segnalano casi di bandi andati deserti; tutto questo costituisce un campanello d'allarme: le esigenze del territorio e delle imprese agricole non sempre sono tenuti in debita considerazione nell'architettura dei piani di intervento.

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Lo scorso 22 aprile 2016 il CSO ha tenuto l'Assemblea elettiva degli organi sociali per il prossimo triennio, eleggendo i 21 consiglieri del nuovo Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale. Alla Presidenza è stato confermato il Cav. Paolo Bruni, alla vice Presidenza Carlo Manzo di Ortofruit Italia e Cesare Bellò di OPO Veneto. Tra le novità della nuova consigliatura l'ingresso di Italmercati, nella figura del presidente Pallottini, in rappresentanza dei mercati all'ingrosso.


Il nuovo Cda è così composto: Paolo Bruni (presidente), Carlo Manzo e Cesare Bellò (vicepresidenti), Mario Tamanti, Lorenzo Paolucci, Gianluca Bellini, Ibrahim Saadeh, Fausto Bertaiola, Gabriele Chiesa, Fidenzio Crivellaro, Ennio Magnani, Simone Bernardi, Mauro Grossi, Silvia Carpio, Pierluigi Drei, Patrizio Neri, Roberto Graziani, Riccardo Martini, Massimo Pallottini, Giancarlo Minguzzi, Davide Vernocchi.