Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Mutamenti climatici in Italia: suoli agricoli a rischio desertificazione, soprattutto nelle regioni meridionali

Ai cambiamenti climatici, FreshPlaza ha dedicato lo Speciale del mese di marzo 2016 (clicca qui per entrare nella sezione specifica). Il Centro Studi Confagricoltura ha rilasciato ieri, 19 aprile, un rapporto relativo al nostro Paese, elaborando un'analisi sul quadro meteoclimatico delineatosi negli ultimi trent'anni, e soprattutto nell'ultimo decennio.

Per quanto riguarda l'evoluzione annuale sia delle temperature sia delle precipitazioni, si evidenzia un andamento difforme rispetto alle medie dei periodi precedenti. Il 2014 risulta l'anno più caldo dal 1880 a oggi, con un incremento di circa 1,6 °C rispetto alla media del periodo 1961-1990; nel 2015 (elaborazione dei dati in corso) si potrebbe registrare un ulteriore riscaldamento. In particolare, nel corso degli ultimi 12 mesi, si sono manifestati fenomeni estremi, con diffusa e prolungata assenza di pioggia nel dicembre scorso, precipitazioni particolarmente elevate in agosto, giugno e ottobre 2015, sensibili incrementi delle temperature medie soprattutto a luglio 2015 e febbraio 2016.

Il mutamento climatico in atto comporta anche l'esposizione di oltre il 20% dei suoli agricoli al rischio di desertificazione, soprattutto nelle regioni meridionali (41%).



Secondo l'Osservatorio agroclimatico del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, negli ultimi dieci anni di rilevamenti, la temperatura, sia minima sia massima, è aumentata in tutte le aree con la sola eccezione, nel 2010, della massima al nord e al centro. Gli incrementi medi più elevati del decennio si registrano per le minime al nord e per minime e massime al sud e isole.

Complessivamente, sul territorio nazionale, nel decennio 2006-2015, la più elevata media delle temperature minime si è registrata nel 2014 (10,8°C) seguito dal 2015 (10,7°C). La più elevata media delle temperature massime si è invece registrata nel 2007 e nel 2015 (19°C), seguiti da 2008 e 2014 (18,8°C). Probabilmente (le elaborazioni definitive saranno pubblicate dall'ISPRA nel prossimo mese di luglio) il 2015 supererà il 2014 come anno più caldo dal 1880 ad oggi.

Nei nove anni di rilevamenti (i dati 2009 non sono disponibili), la piovosità è diminuita al nord mentre è cresciuta al centro e al sud e isole. Generalmente ovunque ha mostrato un incremento l'evapotraspirazione, con valori medi percentuali doppi al nord e rari valori negativi (uno al nord, due al centro e al sud e isole). La maggiore piovosità è stata del 2014 (965 mm) seguito dal 2013 (924 mm); il 2015 è stato il quarto anno meno piovoso (734 mm); l'evapotraspirazione più alta si è verificata nel 2007 (1.050 mm), seguito dal 2012 (1.040 mm). Nel 2014 si è verificato il valore più basso del decennio, nel 2015 il quinto fra i valori più elevati.

Negli ultimi dodici mesi (marzo 2015 - febbraio 2016), i dati mensili mettono decisamente meglio in evidenza le influenze sul ciclo vegetativo e gli stress che il mutamento del clima provoca alle colture agrarie.

In particolare, nel Sud e nelle Isole d'Italia si sono registrate, rispetto al periodo 1971-2000, le temperature riportate qui di seguito.


Clicca qui per un ingrandimento della tabella.

Il quadro nazionale evidenzia rilevanti scostamenti dalla media del periodo 1971-2000, con successione di valori, positivi e negativi, rispetto al periodo di riferimento, diffusamente contrastanti. In particolare si mettono in risalto:
  • incrementi di temperatura, fra novembre 2015 e febbraio 2016, che hanno attivato la vegetazione prima del tempo;
  • carenze di precipitazioni che hanno messo a rischio la crescita delle coltivazioni senza l'intervento dell'irrigazione;
  • esposizione delle colture, per effetto delle temperature elevate fuori stagione, ad attacchi parassitari inconsueti.
Nel frattempo, a livello globale, il Noaa-National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia federale Usa che si occupa di meteo e ambiente, segnala che con marzo 2016 sono ben undici i mesi consecutivi di aumenti record delle temperature a livello globale. La temperatura media di marzo sulla superficie di terra e mare è stata di 1.22 gradi, superiore alla media del 20esimo secolo che è di 12.7 gradi. Con questi valori, marzo 2016 si attesta come il marzo più caldo del periodo 1880-2016, da quando esistono rilievi.