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Cancro batterico dell'actinidia: il batterio Psa sopravvive su altre specie vegetali

Che il batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa) possa provocare gravi perdite economiche a carico delle specie di Actinidia deliciosa e di A. chinensis è, purtroppo, tristemente noto a livello nazionale e internazionale da diversi anni. Ad oggi, molti studi sono stati condotti per chiarire le relazioni tra questo batterio fitopatogeno e le specie di actinidia con rilevanza produttiva e commerciale di frutti di kiwi. Al contrario, poco si sa circa la possibilità di questo batterio di colonizzare altre specie vegetali e le relative implicazioni sulle possibilità di diffusione di questa batteriosi.

Negli ultimi anni, tale aspetto è stato affrontato nell'ambito di un'ampia collaborazione internazionale in corso tra il gruppo di fitobatteriologia del Dip. DAFNE dell'Università della Tuscia e il Key Lab of Pomology, presso l'Anhui Agricultural University, in Cina.

In questo studio, nel corso di un'ampia indagine epidemiologica in corso in Cina, 11 ceppi batterici sono stati isolati da tre specie vegetali spontanee quali, Setaria viridis (L.) Beauv., Alternanthera philoxeroides (Mart.) Griseb. e Paulownia tomentosa (Thunb.) Steud., presenti in prossimità di impianti di Actinidia spp. affetti da cancro batterico. Tutti gli isolati sono stati identificati come PSA sulla base di specifici saggi fisiologici, nutrizionali, biochimici e genetico-molecolari.

Inoltre, tutti gli isolati batterici sono risultati positivi, mediante prove di patogenicità, sia sulle specie vegetali spontanee da cui erano stati isolati, sia su piante di Actinidia spp. I risultati, saranno pubblicati prossimamente sulla rivista scientifica internazionale European Journal of Plant Pathology ("Pseudomonas syringae pv. actinidiae isolated from non-kiwifruit plant species in China", Autori: Pu Liu, Shizhou Xue, Rong He, Jiayong Hu, Xiaojie Wang, Bing Jia, Lorenzo Gallipoli, Angelo Mazzaglia, Giorgio M. Balestra, Liwu Zhu).

Sulla base delle conoscenze attuali, si tratta della prima evidenza scientifica relativa all'isolamento di Psa da piante spontanee. Il fatto che questo batterio possa sopravvivere e colonizzare altre piante, oltre a quelle di actinidia, solleva nuovi interrogativi sulle strategie adottate da questo patogeno per diffondersi sia a livello locale, sia internazionale, così come pone nuove questioni circa le misure da adottare per prevenire e controllare efficacemente la diffusione del cancro batterio dell'actinidia.

Questo studio evidenzia le capacità di Psa non solo di sopravvivere, ma anche di sfruttare la sua patogenicità su piante spontanee largamente diffuse. I ceppi batterici isolati da queste specie vegetali, differenti da Actinidia spp,, sono stati identificati come PSA, e inoltre risultano appartenere alla biovar 3, cioè quella maggiormente virulenta e dannosa.

Le specie di piante da cui è stato isolato Psa sono sia spontanee, come Setaria viridis (L.) Beauv. e Alternanthera philoxeroides (Mart.) Griseb., sia ornamentali come Paulownia tomentosa (Thunb.) Steud.

S. viridis, nota come "coda di volpe", è di diffusione mondiale; similare è la presenza e l'adattamento di A. philoxeroides, un'erba perenne presente specialmente lungo i corsi d'acqua mentre, P. tomentosa, è un albero deciduo originario della Cina dove è piuttosto popolare, e ormai coltivato in tutto il mondo sia come albero ornamentale in parchi e giardini, sia per essere sempre più utilizzato nell'industria del legno e del mobile.

Questi risultati possono avere impatti importanti e, se vogliamo, inaspettati sulla valutazione della presenza di Psa in uno specifico areale, nonché sugli approcci da adottare sul controllo del cancro batterico dell'actinidia e, di conseguenza, su tutta la produzione di questa importante specie frutticola. Pertanto, per evitare la diffusione di Psa o, più concretamente, per diminuire il suo inoculo naturale, risulta importante l'eliminazione di specie spontanee come S. viridis, quale ospite alternativo di Psa , infestante molto comune e ampiamente diffusa nella maggior parte dei principali areali mondiali di produzione del kiwi come l'Italia, la Nuova Zelanda e la Cina.

Per maggiori informazioni:
Prof. Giorgio M. Balestra
DAFNE (Department for Agriculture, Forestry, Nature and Energy)
University of Tuscia
Via S. Camillo de Lellis
01100 Viterbo
Tel.: (+39) 0761 357474
Cell.: (+39) 333 4246404
Fax: (+39) 0761 357473
Email: balestra@unitus.it
Web: www.unitus.it
Skype: giorba5618
Pagina personale: www.dafne.unitus.it/web/interna.asp?idPag=1118
Data di pubblicazione: