Nel Reggiano, diminuite del 67% le superfici coltivate a pomodoro da industria
Questa, secondo l'organizzazione agricola, una delle conseguenze (insieme alla crisi denunciata dai produttori siciliani - cfr. articolo correlato) derivanti dal superamento, a gennaio 2015, dei contingenti di importazione fissati dall'accordo tra Unione Europea e Marocco.
"L'accordo con il Marocco - sottolinea la Coldiretti - è fortemente contestato dai produttori agricoli perché nel paese africano è permesso l'uso di pesticidi pericolosi per la salute vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Tra l'altro - continua la Coldiretti - recentemente la Corte di Giustizia Europea ha deciso l'annullamento dell'accordo commerciale UE-Marocco, che 'danneggia il territorio del Sahara occidentale, dove abita il popolo saharawi'".
Coldiretti chiede quindi che la Commissione attivi urgentemente le clausole di salvaguardia previste dall'accordo, vista la grave perturbazione di mercato creata dall'eccessivo aumento delle importazioni, che rischia di mettere in ginocchio una produzione già in difficoltà.
A Reggio Emilia, la coltivazione di pomodoro da industria è scesa dagli oltre 400 ettari del 2012 a poco più di 130 ettari del 2015, riducendo in tre anni l'occupazione di 20 dipendenti fissi o 50 stagionali solo in questa provincia.