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Un approfondimento Rijk Zwaan e BelOrta

La coltivazione idroponica protagonista del convegno conclusivo di Orticoltura Tecnica in Campo

La XV edizione di Orticoltura Tecnica in Campo (cfr. FreshPlaza del 28/01/2016), la tre giorni di Guidizzolo (MN) dedicata al mondo dell'orticoltura organizzata da Ferrari Costruzioni Meccaniche e Idromeccanica Lucchini, si è conclusa venerdì 29 gennaio 2016, con convegno dedicato alla coltivazione idroponica, specie della lattuga.


Coltivazione sfruttando la luce Led. (Fonte foto Twitter- BelOrta)

Per l'occasione, spiega Alessandro Silvestrelli, della Rijk Zwaan Italia, "ci siamo chiesti quale potesse essere un tema interessante, oggi, pensando ad esempio al flagello fusariosi" (del fusarium si era parlato anche in un altro incontro durante Orticoltura Tecnica in Campo, cfr. FreshPlaza del 29/01/2016); e la risposta è arrivata guardando a un sistema di coltivazione, l'idroponica appunto, poco diffuso e conosciuto nel Belpaese, ma che all'estero incontra un diverso interesse.

"Crediamo – riprende Silvestrelli – sia il caso di approfondire il tema più di quanto non si stia facendo oggi. Qualche domanda ognuno di noi se la deve porre: quanto siamo davvero innovativi? Quanto investiamo in nuove tecnologie? Di innovazione si è parlato a Expo, ma in azienda ci accorgiamo che spesso innovazione è solo una parola". Da qui la domanda filo conduttore dell'incontro conclusivo di venerdì: 'Cosa accade fuori dall'Italia dove la coltivazione idroponica della lattuga è in crescita?'.


Alessandro Silvestrelli, Managing Director Rijk Zwaan Italia.

L'incontro di venerdì 29 gennaio scorso è stata così l'occasione per fare un punto 'tecnico' sulla coltivazione idroponica. Da un lato, infatti, in tanti all'estero stanno orientandosi verso questa tecnologia, dato che "aumentando la pressione dei patogeni nelle coltivazioni in campo, dal consumatore finale arriva la richiesta di avere un prodotto per la cui coltivazione sono stati usati meno prodotti chimici, se non nessuno, e ci sono regolamenti sempre più restrittivi sull'uso dell'acqua", spiega Marc Celis, esperto Rijk Zwaan nella produzione idroponica.

Dall'altro, però, la coltivazione idroponica richiede sia maggiori investimenti, sia maggiori conoscenze, perché sono tanti i fattori da tenere a mente tanto in fase di progettazione e realizzazione della serra idroponica, quanto durante la produzione: dal tipo di copertura (plastica o verto), alla luce da usare (diffusa o meno, lampade al sodio o Led), dal controllo della temperatura a quello dell'umidità, dall'uso dell'acqua alla scelta dai substrati, fino alle buone prassi del personale da tenere durante la produzione in quelle che hanno tutto l'aspetto di moderne fabbriche, fino ovviamente alla scelta della tecnologia idroponica da impiegare. Perché le tecnologie possono essere diverse: floating system e Nft su tutti.


Coltivazione idroponica al gruppo BelOrta. (Fonte foto Twitter- BelOrta)

Il risultato produttivo dell'uso delle tecniche di coltivazione idroponica sono stati "un aumento della shelf life del prodotto e una maggiore e più salutare produzione, anche 100 kg di lattuga per mq all'anno, che è un numero altissimo", continua Celis che, immaginando quale sarà la produzione futura della lattuga spiega come "si andrà verso un controllo totale del clima e delle condizioni di crescita, in impianti su più piani e robotizzati. Nel dettaglio, non so cosa ci riserverà il futuro (c'è chi ad esempio propone di integrare la produzione idroponica con l'allevamento ittico, ndr), ma so che sarà interessante".


Marc Celis, della Rijk Zwaan, esperto in coltivazioni idroponiche.

Questo dal punto di vista tecnico, ma all'estero quanto piace davvero la coltivazione idroponica? Per rispondere a questa domanda, la Rijk Zwaan ha portato a Guidizzolo Luc Peeters, del gruppo BelOrta, una cooperativa di produttori con 1.381 associati tra Belgio (80%) e Paesi Bassi (20%), 550 milioni di kg di frutta e verdura commercializzata e 450 milioni di euro di fatturato; il 59% del fatturato viene proprio dalla lattuga.


Coltivazione idroponica presso il gruppo BelOrta. (Fonte foto Facebook - BelOrta)

Peeters cita il caso dell'insalata multicolore che, spiega, "è cresciuta dal 2004; allora era difficile metterla sul mercato, ma negli ultimi 3 anni la crescita del consumo è stata esponenziale proprio grazie all'idroponica, permettendoci di passare da 1 a 16 milioni di kg prodotti nel giro di sei anni". Più in generale "dal 2008 al 2015 le colture non idroponiche sono tutte diminuite, anche a causa di problematiche che rendono la produzione sempre più difficile. Nel 2016 stimiamo un calo delle superfici coltivate in campo aperto del 7,1% e del 3% sotto serra, mentre stimiamo un aumento dell'idroponica del 10%".


Luc Peeters, del gruppo belga-olandese BelOrta.

Ogni anno il gruppo BelOrta investe 1,7 milioni di euro in ricerca e sviluppo perché, spiega Peeters, "sono in corso grossi cambiamenti: entrano i big data, le nuove tecnologie, le app. Tutto cambia rapidamente, anche i consumatori, e i produttori hanno dovuto adeguarsi in fretta e credo che potremo continuare a farlo grazie alle nuove tecnologie. Nelle nuove generazioni si passerà da una produzione su metro quadrato a una su metro cubo, con impianti multistrato o black box e le nuove tecnologie aiuteranno a mantenere viva tra i giovani l'attenzione verso l'agricoltura: cambiare è difficile, ma non farlo sarebbe fatale, per questo abbiamo bisogno dei giovani".


Coltivazione di pomodori. (Fonte foto Twitter- BelOrta)

Peeters precisa tuttavia che "non sarà il vostro computer a far crescere la lattuga, ma sarà la vostra conoscenza a dire al computer come crescerla. Non pensate che investire in tecnologia significhi automaticamente un ritorno, perché la vostra esperienza sarà sempre fondamentale. Bisogna essere certi di quello che coltiviamo (al riguardo BelOrta ha introdotto una sorta di white list delle varietà e dei fertilizzanti utilizzabili dai produttori, ndr): voi produttori siete i responsabili di tutto, della qualità del materiale vivaistico che usate, della qualità del lavoro, della qualità dell'acqua".