Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Rucola selvatica: approccio integrato contro Plectosphaerella cucumerina

La prima segnalazione del fungo Plectosphaerella cucumerina in Italia e nel mondo avvenne nella primavera del 2012, quando si osservarono gravi alterazioni fogliari su rucola selvatica coltivata in coltura protetta in Campania. Le foglie colpite presentavano estese clorosi fogliari spesso localizzate all'apice e al margine del lembo. Questo fungo rappresenta la nuova minaccia della rucola poiché causa gravi perdite economiche.

Al momento, sono scarse le informazioni riguardanti la gestione del patogeno, poiché è molto limitata la disponibilità di prodotti registrati su rucola, essendo questa considerata una coltura minore.

La presenza di semi di rucola infetti è una delle cause principali della diffusione del patogeno a nuove zone di coltivazione, complicando così ulteriormente la gestione della malattia.

Il gruppo di patologia vegetale del Disafa dell'Università di Torino ha valutato l'efficacia di diversi fungicidi, induttori di resistenza (prodotti a base di fosfiti) e agenti biologici di controllo (Streptomyces griseoviridis) contro la P. cucumerina su due cultivar di rucola selvatica (cv Grazia e Rucola selvatica) coltivata in coltura protetta.

In presenza di una severità dell'infezione dal 6 al 27% di superficie fogliare colpita nelle tesi di controllo, un'applicazione fogliare di azoxystrobin, boscalid da solo o combinato con pyraclostrobin ha significativamente ridotto l'infezione dal 49 al 85%, rispetto al controllo non trattato.

I prodotti a base di fosfiti e acibenzolar-S-metil hanno dato i risultati più costanti quando applicati in tre trattamenti, con una riduzione della severità della malattia dal 34 all'82% e dal 45 al 70%, rispettivamente. La maggiore riduzione (dal 64 al 92%) della malattia si è raggiunta con due trattamenti fogliari di mandipropamid alla dose di 18,7 ml/100 L.

Tra i prodotti rameici, quelli a base di idrossido di rame e alcoli terpenici sono risultati i più efficaci rispetto alla tesi non trattata. Anche il thiram ha significativamente ridotto la severità della malattia dal 53 al 78% rispetto alla tesi non trattata; tuttavia, in generale la resa in biomassa delle piante trattate non è migliorata rispetto a quella delle piante non trattate.

Il trattamento più efficace in termini di riduzione della malattia non sempre corrisponde anche ad una migliore resa produttiva. Il trattamento con Streptomyces griseoviridis ha dato una parziale ma costante riduzione delle clorosi fogliari quando somministrato in tre trattamenti a sette giorni d'intervallo.

I ricercatori concludono: "Considerate le difficoltà nel raggiungere una completa gestione della malattia, questo studio suggerisce un approccio integrato con l'impiego dei diversi trattamenti per poter controllare P. cucumerina in modo sostenibile."

Fonte: G. Gilardi, S. Demarchi, M.L. Gullino, A. Garibaldi, 'Management of leaf spot of wild rocket using fungicides, resistance inducers and a biocontrol agent, under greenhouse conditions', Maggio 2015, Crop Protection, Vol. 71, pag. 39-44.

Contatti:
Maria Lodovica Gullino
Centro di competenza per l'Innovazione in campo agro-ambientale (AGROINNOVA), Università degli Studi di Torino
Largo Braccini 2, 10095 Grugliasco, TO, Italy
Email: marialodovica.gullino@unito.it