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L'analisi del CSO

L'export italiano di ortofrutta fresca: la Germania conta ancora per il 30%

Si aprirà tra pochi giorni l'edizione 2016 di Fruit Logistica, che rappresenta da ormai molti anni una delle maggiori occasioni in cui si incontrano gli operatori della filiera ortofrutticola europea.

Come evolve il rapporto degli scambi commerciali tra Germania ed Italia? Il mercato tedesco risulta essere ancora oggi la prima destinazione di sbocco per molte delle referenze in partenza dall'Italia e assorbe mediamente circa il 30% dell'export italiano di ortofrutta fresca, pari a un volume di quasi 1,1 milioni di tonnellate. La tendenza risulta però in progressivo ma lieve calo nel corso degli anni, basti pensare che nei primi anni 2000 veniva spedito in Germania ben il 40% dell'export totale.

Nel 2014, infatti, a fronte di una espansione dell'export complessivo ortofrutticolo (+5% sul 2013), quello diretto in Germania è risultato in flessione di 4 punti percentuali rispetto alla precedente annata. Da gennaio a ottobre 2015 (ultimo dato disponibile) le spedizioni dirette sul mercato tedesco salgono del 3% rispetto a quelle del periodo gennaio-ottobre 2014, a fronte però di un +4% dell'export ortofrutticolo italiano totale.


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In ambito frutticolo, i maggiori quantitativi di prodotto italiano in arrivo in Germania riguardano nell'ordine mele, pesche e nettarine, uva da tavola, pere e angurie. Queste prime 5 referenze rappresentano l'85% del totale della frutta fresca esportata in Germania negli ultimi sette anni.

Le specie elencate seguono tendenze differenti: sono infatti quasi costanti i quantitativi di mele (con circa 260.000 tonnellate annuali), di uva da tavola (con circa 110.000 ton) e di pere (con quasi 65.000 ton); in marcato calo si notano le pesche e nettarine, passate da circa 145mila tonnellate a circa 110mila; in diminuzione più lieve il kiwi (sotto le 60mila tonnellate annue) e le fragole (meno di 7mila ton); appaiono al contrario in incremento soprattutto le spedizioni di angurie, passate da 40mila e a circa 70mila tonnellate e, tra le specie non riportate in grafico, le susine (ormai stabilmente al di sopra delle 16mila ton annue), le albicocche (arrivate oltre le 11mila ton) e i meloni (saliti a 8mila ton).

Nei primi dieci mesi del 2015, tra le principali specie, si assiste a un incremento del volume destinato alla Germania per tutte le referenze con la sola eccezione delle pere.

Tra gli agrumi più esportati in Germania dall'Italia troviamo, nell'ordine, le arance, i limoni e le clementine. Le arance rappresentano la categoria più rilevante e, pur con alcune oscillazioni, mediamente raggiungono le 37.000 tonnellate annuali; i limoni dopo una flessione sembrano stabilizzarsi su circa 15.000 tonnellate complessive, mentre le clementine variano tra le 5.000 e le 8.000 tonnellate, a seconda della stagione.


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Nel periodo gennaio/ottobre 2015 sembra diminuire il volume esportato, in particolare di arance e limoni, mentre appaiono più in linea con il 2014 i quantitativi spediti di clementine.

Tra gli ortaggi maggiormente caricati dall'Italia con destinazione Germania, troviamo lattughe, pomodori, cavoli, carote e barbabietole. Il complesso di questi prodotti rappresentava nel 2007 oltre il 70% in quantità dell'export orticolo, ma scende nel 2014 attorno al 57%.


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Molte specie infatti mostrano una contrazione dei volumi e alcune di queste referenze denotano un calo molto significativo. Tra i prodotti non citati nel grafico (ma caratterizzati da quantitativi inferiori) si nota un buon incremento soprattutto per finocchi e zucchine e, in misura minore, per cipolle e cipollotti.

Le patate (escluse da questa aggregazione) continuano a diminuire fortemente di anno in anno e nel corso del 2014 sono scese a circa 50.000 tonnellate complessive, meno della metà dei volumi di sette anni or sono.

Le esportazioni di ortaggi in Germania nel complesso appaiono in flessione di un ulteriore 2% nel corso del periodo gennaio/ottobre 2015 rispetto al 2014. Tra le principali specie incrementano leggermente patate, lattughe e carote, a fronte di cali più pesanti per pomodori, cavoli e barbabietole.

Per maggiori approfondimenti è disponibile la versione integrale sul sito www.csoservizi.com

Fonte: CSO per FreshPlaza
Data di pubblicazione: