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"Luca Granata (Opera): "Se si vuole migliorare, bisogna lavorare tanto sul prodotto quanto sul processo"

"Il settore delle pere conta su un numero di varietà commerciali molto più esiguo e su una innovazione di prodotto decisamente più scarsa rispetto a quanto si verifica in altri settori della frutticoltura. In definitiva, le varietà principali coltivate in Italia sono soltanto cinque: Abate, Williams, Conference, Kaiser e Decana, fatta salva l'introduzione relativamente recente della pera estiva Carmen", così Luca Granata, direttore di Opera, analizza la situazione dell'assortimento varietale nel nostro Paese.

"Per noi di Opera, la ricerca e lo sviluppo di nuove cultivar di pero è certamente di grande interesse, soprattutto perché veniamo da un lungo periodo di stasi, conseguente anche alla ridotta disponibilità di risorse finanziarie da poter investire in ricerca e sviluppo. Ora speriamo che la riorganizzazione commerciale e gestionale iniziata con la costituzione di Opera (che aggrega il 27% della produzione italiana, per un volume di circa 200mila tonnellate di pere, ndr) possa contribuire anche a farci recuperare almeno in parte il terreno perduto nei confronti degli altri Paesi produttori, come Olanda e Belgio o Sudafrica, dove sono già diffuse varietà club di pere. Sono moderatamente fiducioso che qualcosa, nel giro dei prossimi anni, cambierà".

R&D, tanto nel prodotto quanto nel processo
Granata ricorda che, quando parliamo di innovazione, dobbiamo sempre tener presenti sia la componente della ricerca (R=research) sia quella dello sviluppo (D=development) e perseguire con determinazione e costanza il Miglioramento Continuo di ogni fase del processo di produzione: "E' sviluppo, per esempio, quando decidiamo di sperimentare nei nostri areali una varietà di pera già esistente e brevettata; si può invece parlare di ricerca nel momento in cui iniziamo per primi a valutare nuove cultivar non ancora immesse in commercio, che ovviamente sono ancora più interessanti, in prospettiva!".


Sulla sinistra, Luca Granata accanto al ricercatore Stefano Musacchi, in occasione di una giornata di presentazione di alcune varietà di pere sviluppate dall'Università di Bologna.

Il come si fanno le cose, inoltre, è altrettanto importante del cosa si fa: "Si può dire, insomma, che oltre alle buone pratiche agricole (G.A.P.), sono altrettanto importanti anche le Good Commercial Practices (G.C.P.). C'è moltissimo da fare, in questo senso, per rispondere alle esigenze del mercato e dei consumatori. Tanto per fare un esempio: è meglio proporre al dettaglio pere sfuse o confezionate? In realtà, quello che serve veramente è coprire tutti i segmenti e le necessità d'uso; la merce sfusa offre al consumatore maggiore flessibilità di scelta e minore impatto dell'imballaggio; quella confezionata gli garantisce igiene, comodità e risparmio di tempo perché non deve preoccuparsi di pesarla e prezzarla. Insomma, ogni formato ha i suoi vantaggi".


Sfusa o confezionata? L'importante è avere ben chiaro il target che si vuole raggiungere. Nell'immagine, la proposta di Opera per la pera "Take Away": facile da trasportare, pratica da consumare grazie al comodo utensile SpicchiaOpera.

Meccanizzazione ancora complicata nella lavorazione delle pere
Rendere completamente automatico il processo di selezione, calibratura e lavorazione di tutte le più diffuse varietà di pere, notoriamente non è semplice. Luca Granata osserva: "In questo settore c'è ancora una grande componente di lavoro manuale; il che se da un lato si traduce in un costo maggiore, dall'altro consente maggiore elasticità e capacità di diversificazione nelle soluzioni di confezionamento. Di certo, qualora l'Industria rendesse disponibili innovazioni tecnologiche realmente efficaci per una maggiore meccanizzazione della lavorazione delle pere, sarebbero le benvenute".

L'Italia della frutta: una forza ancora tutta da esprimere
In conclusione, il manager si è soffermato su alcuni aspetti generali del comparto ortofrutticolo italiano, che sotto alcuni aspetti sembra essere un gigante che non ha ancora compreso appieno la forza di cui dispone: "Ho come l'impressione - sottolinea Granata - che non ci rendiamo conto di quanto noi italiani siamo forti nella produzione di frutta e verdura. Nel caso delle pere, per esempio, l'Italia è il leader mondiale nella produzione e la sola provincia di Ferrara ne produce di più che tutto il Belgio, ma l'Italia ha un ruolo di primaria importanza anche nella produzione di tante altre referenze. Il nostro atavico problema rimane però quello della frammentazione dell'offerta che si traduce in una debolezza soprattutto sul fronte della vendita, ma anche su quello dell'acquisto! E' davvero difficile comprendere perché grandissimi fenomeni di concentrazione siano costantemente in atto in molti settori economici – banche, assicurazioni, distribuzione, industria meccanica e chimica, energia, telecomunicazioni, etc etc – ma non in Agricoltura. Anche noi di Opera non possiamo definirci certo grandi, ma semplicemente meno piccoli di altri: il resto del mondo con cui ci rapportiamo quotidianamente è infatti ben più grande e organizzato di noi! Ecco perché riteniamo che una consistente ulteriore crescita insieme a un continuo miglioramento del nostro livello organizzativo rappresentino i nostri primari obiettivi strategici e siamo impegnati a perseguirli con tutte le nostre forze".

Opera Sca è tra gli espositori a Fruit Logistica 2016, in Hall 2.2, Stand A-02.

Contatti:
Opera Sca - Società Cooperativa Agricola

Via Bruno Tosarelli, 155
40055 Villanova di Castenaso (BO) - Italy
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