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Con uno sguardo anche al resto del mondo

La situazione commerciale del kiwi italiano: pezzature variabili nelle diverse regioni

FreshPlaza ha interpellato un operatore commerciale per fare il punto sulla situazione relativa al commercio del kiwi di produzione italiana.

Il raccolto è praticamente terminato, con volumi complessivi che dovrebbero risultare di alcuni punti percentuali superiori alle previsioni (che già davano un aumento rispetto al 2014), grazie alle buone condizioni climatiche avute fin da inizio ottobre in quasi tutte le principali zone di produzione.

La qualità dei kiwi, intesa come percentuale di sostanza secca, grado Brix e pressione dei frutti risulta ottimale, al punto di essere la migliore dell'ultimo decennio (perlomeno in Emilia-Romagna).

Da regione a regione, il calibro dei frutti appare variabile, passando da pezzature medio-grandi in Emilia-Romagna a calibri medio-piccoli nel Lazio: ciò lascia presagire che i calibri 30-33-36 costituiranno la prevalenza nell'offerta italiana, con conseguente pressione sulle vendite a inizio campagna soprattutto per i calibri piccoli.

Un buon delta di prezzo, almeno da gennaio in poi, dovrebbe invece essere possibile per i calibri da grossi a "centrali".

Uno sguardo alla situazione mondiale:
Le giacenze in diversi paesi (Cina-Taiwan, USA, Canada), fino a pochi giorni orsono, di merce risalente al "vecchio raccolto" neozelandese e cileno ha calmierato la richiesta da oltremare nella prima parte della campagna (ottobre- novembre) sia sulla varietà Hayward, sia sulle varietà a polpa gialla.

La situazione, almeno finora, è dunque risultata assai diversa dal quadro del tutto eccezionale del 2014 quanto, a causa delle forti gelate in Cile, il mercato del kiwi si era ritrovato praticamente vuoto già a fine settembre, provocando una domanda molto anticipata e spedizioni con volumi e quotazioni molto buoni.

Si registra invece una notevole pressione sul mercato nordeuropeo da parte del kiwi greco, data la buona produzione (cresciuta negli ultimi 3-4 anni) e alla mancanza del tradizionale sbocco sul mercato russo. I prezzi proposti dagli esportatori greci sono a livelli troppo bassi e non accettabili per gli esportatori italiani.

L'Italia sta comunque avviando le sue attività commerciali sul mercato europeo, avendo ora i frutti raggiunto i livelli Brix necessari. Come riferito dall'operatore: "Si cerca di diversificare, nelle confezioni e nei servizi, la merce italiana rispetto all'offerta greca, al fine di ottenere una maggiore remunerazione".

"Si confida, viste le ottime caratteristiche qualitative di molte partite, che ne favoriranno la richiesta, che la gestione dell'offerta delle aziende specializzate fino a inizio giugno 2016 possa sostenere le quotazioni del kiwi", conclude l'esperto.