"Produzione e Gdo: una filiera con "poche travi e molte pagliuzze"
"La prima - dice - è relativa alla necessità di ridurre i costi declinata anche come contenere i costi che non aggiungono valore. L'impressione è che si guardi alla pagliuzza nell'occhio dei fornitori e non alla trave presente altrove. Dovrebbe essere naturale modulare l'offerta sugli scaffali in base al prodotto disponibile, gli esempi delle nettarine calibro A o delle pere 65-70mm non devono sorprendere; non me la sento di plaudere a un'iniziativa che altro non è che una normale scelta economica".
"Altrettanto - continua l'operatore - dovrebbe essere normale amministrazione eliminare alcuni costi della filiera quali i contributi per l'apertura dei nuovi punti vendita, gli sconti di fine anno e le varie gabelle che contribuiscono a innalzare i prezzi di vendita dei prodotti. Quando la Grande distribuzione italiana eliminerà questi dazi? Quando la Grande distribuzione italiana avrà la volontà reale di combattere il malcostume di alcuni compratori e le loro prebende illegali che danneggiano fornitori e supermercato?".
"La moda di imporre un limite ai residui inferiore a quello stabilito per legge è un altro tassello che riduce la flessibilità aumentando i costi; non riconosco agli attori delle Gdo un ruolo da Legislatore né ritengo solide le basi scientifiche e precauzionali sulle quali si fonda questa richiesta. L'applicazione dei fitofarmaci, l'approvazione all'uso e tutto il comparto hanno senza dubbio margini di miglioramento ma la Gdo non è il Ministero della Salute; ognuno faccia il proprio mestiere".
E poi, prosegue il nostro interlocutore, ci sono altri problemi. "La mancata programmazione e gli ordini all'ultimo minuto sono un altro punto dolente, un costo per Gdo e fornitori che pesa sulle spalle di entrambi, ma su cui la produzione non può intervenire".
"Qualità, sapore e innovazione varietale sono imprescindibili, così come una corretta gestione dei prodotti dall'arrivo al centro di distribuzione fino allo scaffale del punto vendita. E poco, troppo poco, si lavora sulla formazione degli operatori del reparto ortofrutta e sulla catena del freddo. Quante volte abbiamo visto l'operatore caricare i banchi rovesciando le cassette? Quante volte le insalate di quarta gamma mostrano sulla confezione una condensa che svela la rottura della catena del freddo? Quante volte i prodotti più delicati come le fragole sono lasciate fuori dai banchi refrigerati? Che bella l'esposizione dei prodotti, o le cassette riutilizzabili ripiegate, a volte un po' sporche: che fascino per il cliente!".
"La grande distribuzione organizzata è una risorsa per tutti - conclude la nostra fonte - crea benessere e posti di lavoro, ma si trova rispetto alla produzione in una posizione privilegiata che le permette di sopravvivere nonostante una gestione inefficiente e farraginosa. Andare a ragionare sui costi di processo è lecito, ma si intervenga anche dal lato della distribuzione, perché anche il migliore tra i prodotti ortofrutticoli non è indenne dal trattamento che la Gdo oggi gli riserva". Come dire, ciascuno faccia la sua parte e guardi alla sua trave, le pagliuzze voleranno via.