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8.000 visitatori italiani e stranieri - vedi il nostro reportage fotografico

Ferrara conclude la prima rassegna Futurpera e da' appuntamento al 2017

Sono state circa ottomila le persone, provenienti dall'Italia e dall'estero, che dal 18 al 20 novembre 2015 hanno visitato Futurpera, la manifestazione fieristica dedicata alla filiera delle pere, alla quale hanno partecipato come espositori 120 tra le più importanti aziende del settore produzione, commercializzazione, logistica, agrofarmaci, macchine e attrezzature.


La mostra pomologica allestita dal CRPV di Cesena. Clicca qui per accedere al reportage fotografico completo.

Primo obiettivo della rassegna, favorire la commercializzazione e il consumo delle pere. In questo senso, proprio al raggiungimento di nuovi mercati sono stati orientati anche i convegni, a cominciare dal congresso internazionale Interpera - organizzato da Areflh, l'Assemblea delle Regioni ortofrutticole europee - fino agli incontri tecnici dedicati, in particolare, alle nuove sfide per la lotta alle avversità del pero e alla ricerca varietale finalizzata a raggiungere nuovi mercati.



"Dopo anni difficili per la pericoltura italiana – ha spiegato Stefano Calderoni, presidente della società FuturPera, costituita da OI Pera e Ferrara Fiere - si respira finalmente un'aria positiva, una voglia di rilancio generale del settore. Siamo consapevoli che questo rilancio debba passare dalla promozione e comunicazione più efficace del prodotto e FuturPera può essere un importante tassello di questa operazione".

"Tutti i dati indicano che il settore pericolo ha davvero grandi potenzialità di crescita: basta pensare che la pera di colloca al settimo posto come abitudine di consumo delle persone e chi la consuma ha tra i 50 e 55 anni di media. Occorre, dunque, puntare a diffondere l'abitudine di mangiare la pera tra i bambini e i giovani e soprattutto raggiungere i consumatori stranieri che sono un bacino potenziale vastissimo. Se in Italia, infatti, si consumano circa 11 kg di pere l'anno, la media europea di consumo è di 4 kg procapite".



"Sono molte le idee e le proposte emerse nel corso di FuturPera – ha commentato Gianni Amidei, presidente dell'Oi Pera - che ora devono concretizzarsi in nuovi progetti per lo sviluppo del comparto. Altissimo il livello tecnico dei convegni che hanno dato all'intera filiera nuovi spunti di riflessione. Ora la vera sfida è superare, attraverso l'innovazione di tutta la filiera, il gap che rende la pera un prodotto più delicato a livello di conservazione e più difficile da consumare. Per questo occorrerà continuare nei prossimi mesi nel tentativo di trasformare il prodotto pera in un brand appetibile per il consumatore".

Gli spunti da Interpera
"Non posso che esprimere soddisfazione per le centinaia di partecipanti e le delegazioni di 16 paesi arrivati per assistere al convegno - ha commentato Luciano Trentini, vicepresidente di Areflh - Sono numeri che fanno capire il grande interesse che c'è per il futuro della pera, ormai un prodotto globalizzato. Nei due giorni di incontri abbiamo fatto il punto sulla commercializzazione e sul rinnovo varietale, grazie anche alla presenza di sperimentatori italiani, europei - in particolare francesi e spagnoli - e mondiali come i sudafricani e i sudamericani".


Clicca qui per accedere al reportage fotografico completo.

Tante le informazioni raccolte, tra le quali va sottolineato come le pere, per attirare il consumatore, debbano essere colorate, con una sfaccettatura di rosso o rosata.

"La nostra è una pericoltura d'eccellenza - ha aggiunto Trentini - anche se le varietà nazionali hanno più di cento anni e bisogna guardare al futuro, puntando su quelle nuove come Carmen, che ha destato molto interesse in chi produce, in chi commercializza e anche in chi la pera la mangia. Buone notizie per la pericoltura italiana ed europea arrivano sul fronte internazionale: il Sud America in questo momento, a causa di un cambio Dollaro/Euro sfavorevole, ha difficoltà a esportare quindi dobbiamo approfittarne".



"Oggi l'Italia esporta poco più del 20% di quanto produce, ma non è sufficiente se si pensa che Belgio, Paesi Bassi e Spagna hanno numeri ben più alti. Certo - ha concluso il vicepresidente di Areflh - per aumentare le esportazioni bisogna anche lavorare per abbattere le barriere fitosanitarie che ci tengono fuori da mercati importanti come la Cina. E poi dobbiamo investire sulla promozione del prodotto, far capire ai consumatori i vantaggi del mangiare pere e far loro conoscere anche le differenze tra le varietà. Ce ne sono per tutti i gusti".

La prima edizione di FuturPera è stata organizzata da Ferrara Fiere e Oi Pera in collaborazione con Regione Emilia Romagna e Fondazione Navarra, con il contributo di Comune e Provincia di Ferrara, Cia, Coldiretti e Confagricoltura.

Clicca qui per accedere al reportage fotografico completo.
Data di pubblicazione: