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L'allarme della Fiesa Confesercenti

Italia, negozi di vicinato a rischio estinzione nei prossimi cinque anni

Una buona parte dei comuni italiani rischia di restare senza negozi di generi alimentari entro i prossimi cinque anni. Per la precisione, potrebbero rimanere senza servizi primari 5.000 comuni su un totale di 8.100, vale a dire il 62%.

E' questo il dato allarmante emerso nel corso dell'assemblea elettiva della Fiesa-Confesercenti sul tema La distribuzione nell'era della sostenibilità che si è tenuta ai primi di novembre a Roma, nel corso della quale è stato nominato presidente all'unanimità Gian Paolo Angelotti.



Secondo Angelotti, che parla di desertificazione commerciale, "il processo ha assunto una continuità e addirittura un'accelerazione preoccupanti che hanno portato gli esercizi commerciali alimentari al dettaglio dai 400mila degli anni '80 ai poco più di 89mila dello scorso anno; negli ultimi due anni poi si sono arresi oltre 5.600 esercizi".

Oltre agli inevitabili effetti sui livelli occupazionali, sulla produttività e sulla competitività, la desertificazione commerciale porterà con sé anche problemi importanti a carico delle fasce sociali più svantaggiate. Per non parlare delle attività economiche di filiera che restano senza vetrine nel "Paese del primato dei prodotti tipici".

Occorre dunque "intervenire subito cominciando da un'aliquota Iva generalizzata al 4%, dall'estensione del regime fiscale semplificato previsto per gli artigiani anche ai commercianti al di sotto dei 30mila euro di reddito". Le imprese chiedono inoltre una premialità fiscale, a valere sulla tassazione locale, l'abbattimento della tassa sui rifiuti e dell'Ici, per le imprese di vicinato che forniscono servizi primari nei centri urbani e un bonus fiscale per le imprese commerciali che si insediano in aree rurali o che operano all'interno di contesti territoriali di filiera.



Tra le priorità per fronteggiare la situazione critica in cui si trovano a sopravvivere i negozi alimentari italiani c'è la razionalizzazione della filiera e la parificazione dei trattamenti fiscali in materia di vendita dei prodotti alimentari tra vendita diretta agricola e vendita negli esercizi di vicinato, superando così una "anacronistica e scandalosa disparità di trattamento che genera equivoci e rendite di posizione".

"Si tratta soltanto di alcune delle proposte che abbiamo indicato al Governo - ha sottolineato Angelotti - ma che rappresentano gli interventi più urgenti da mettere in campo per arginare quella che sta diventando una vera strage tra gli esercizi di vicinato. I piccoli negozi che spesso caratterizzano i centri storici stanno perdendo la loro battaglia contro i giganti della Grande distribuzione organizzata. Gli ipermercati e i centri commerciali hanno invaso le periferie e l'entroterra dei comuni garantendo ai consumatori un'offerta a condizioni di concorrenza spesso scorretta e sempre insostenibile da parte dei piccoli esercizi che sono così costretti ad arrendersi sempre più spesso".

Non finisce qui. Su 100 euro spesi nell'alimentare, si sottolinea, solo 56 restano nella filiera in quanto tale mentre il resto finisce in funzionalità esterne tra logistica trasporto, packaging, pubblicità. C'è un'area di recupero efficienza del 20% a cui gli attori della filiera dovranno far fronte.

Uno studio presentato nel corso dell'assemblea dimostra che - nella ripartizione degli utili - agricoltura, ingrosso e dettaglio si aggiudicano ognuno un terzo del prezzo finale. "Semmai occorre vigilare il ruolo svolto da alcune funzioni che sembrano dominate da attività malavitose nel settore della movimentazione merci e stoccaggio - ha detto Angelotti - Un'attività che, secondo alcune fonti, frutta oltre il 10% dell'intero fatturato alimentare italiano che si aggira sui 135 miliardi di euro".

Quanto alle polemiche sui prezzi, nell'ultimo quarto di secolo i prodotti alimentari sono stati abbondantemente sotto il livello d'inflazione (147% contro il dato generale di 163%), un ruolo virtuoso del commercio che spesso ha incamerato aumenti compensati con maggiore efficienza.