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Le pere sono alleate di ossa e cervello

Le pere più conosciute appartengono alla specie Pyrus communis e raggiungono la maturazione a partire dalla fine di luglio; in seguito alla raccolta, le pere possono essere conservate a lungo mediante l'utilizzo del freddo in atmosfera controllata.

Sono falsi frutti (come la mela e la nespola); dal punto di vista botanico, infatti, il vero frutto è costituito dal torsolo, mentre la porzione commestibile è il ricettacolo carnoso rivestito dalla buccia fibrosa.

Ricche di calcio, le pere riducono il rischio di osteoporosi e ostacolano il processo di rarefazione del tessuto osseo dovuto alla graduale demineralizzazione. Contengono in grande quantità anche il boro, alleato del cervello, migliorano la prontezza di riflessi e la capacità di immagazzinare nozioni o conservare ricordi.

Consumando cinque pere si copre il fabbisogno di questo indispensabile minerale. Le pere contengono anche molta fibra: ne bastano due per coprire il 32% del fabbisogno giornaliero. La maggior parte si trova nella buccia ed è per questo che mangiare il frutto senza sbucciarlo consente di trarne tutti i vantaggi, compreso l'effetto anticolesterolemico.
 
Questa particolare virtù si deve al tipo di fibra conosciuto con il nome di pectina, la stessa che viene aggiunta alle marmellate e alle gelatine per farle addensare. Essendo solubile, la pectina forma uno strato viscoso nell'intestino che si lega al colesterolo. Pere e fagioli hanno in comune qualcosa di fondamentale: entrambi contengono un tipo di fibra alimentare molto efficace per abbassare il colesterolo: la lignina.
 
In Emilia Romagna si coltiva il 65% delle pere italiane; in questa regione nasce una varietà di frutto pregiato che ha ottenuto il marchio IGP. In tavola si abbinano a insalate, verdure di ogni tipo, carni e dolci. Ottime con il formaggio, soprattutto se stagionato. Ma è allo stato fresco e con la buccia che sprigionano tutte le loro proprietà benefiche.
Data di pubblicazione: