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L'insetto puo' provocare perdite produttive fino al 50% su pero

"Vernocchi (Apo Conerpo): "Cimice asiatica, crescono le preoccupazioni per la prossima campagna"

"Halyomorpha halys, la Cimice asiatica (cfr. FreshPlaza del 31/08/2015), sta prendendo piede e nelle regioni del Nord Italia è ormai un'emergenza, non solo per il pero ma anche per altre specie da frutto". E' quanto dichiara a FreshPlaza Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo.



"Essendo un insetto polifago, in grado di nutrirsi di oltre cento specie vegetali, e potendo contare su una grande mobilità, complica sia il monitoraggio sia la difesa - continua Vernocchi - Come se non bastasse, la Cimice asiatica è solita svernare in massa, riparata in anfratti naturali o nelle abitazioni. Il che provoca una sorta di effetto psicosi tra i produttori".

Come specie esotica, poi, Halyomorpha halys non ha nemici naturali e le popolazioni tendono a crescere in modo esponenziale; come accaduto nell'estate 2015. Ad oggi, i maggiori danni sono stati registrati sui peri: gli insetti pungono i frutti causando, nelle prime fasi del loro sviluppo, cascola e deformazioni fino a zone decolorate e necrosi, negli stadi più avanzati, che ne compromettono la commercializzazione.

"Per la prossima campagna - aggiunge Vernocchi - il rischio è che le cimici possano danneggiare in maniera importante anche altre pomacee e addirittura le drupacee. Ma, se su queste ultime si può usare qualche prodotto chimico in più, nel pero la difesa è più complessa, visto il delicato ecosistema presente nel frutteto. L'impiego di insetticidi ad ampio spettro d'azione può, per esempio, avere un grave impatto sugli antocoridi, i nemici naturali della Psilla, alterando l'equilibrio esistente".



"Insomma non vogliamo creare allarmismi, ma l'anno scorso, osservando la presenza delle cimici, nessuno poteva pensare che i danni avrebbero raggiunto livelli così gravi, a volte superiori al 50% della produzione. E questo non solo in Emilia Romagna, ma anche in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia".

"Fino ad ora non conosciamo metodi di controllo o principi attivi efficaci - conclude Vernocchi - In Emilia Romagna, con il coordinamento del Servizio fitosanitario regionale, stiamo studiando la biologia dell'insetto e testando diverse tecniche alternative, dalle colture trappola e le reti anti-insetto, fino alla lotta biologica. Purtroppo però non è ancora stata definita una precisa linea di difesa, cosa che dovrà invece essere messa a punto prima dell'inizio della prossima campagna".

Di Cimice asiatica si parlerà anche in due incontri organizzati nell'ambito di Futurpera venerdì 20 novembre.