Cermac: tecnologia italiana, un asset fondamentale per la qualita' alimentare nel mondo
Presentando i relatori - rappresentanti di aziende produttrici di tecnologie all’avanguardia per l'ortofrutta, dalla selezione, alla conservazione e al packaging - il presidente del Cermac Enrico Turoni ha sottolineato il ruolo fondamentale dell'innovazione tecnologica applicata lungo tutta la filiera ortofrutticola, per poter avere prodotti graditi ai consumatori.
Paolo Bruni, presidente del Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, ha parlato dei progetti del Cso per l'internazionalizzazione dell'ortofrutta di qualità. Con il sostegno delle istituzioni, si sta lavorando per aumentare la quota d'export di frutta e verdura rispetto al totale delle esportazioni agroalimentari italiane.
La qualità, dunque, deve essere il mezzo distintivo delle produzioni made in Italy. Il prof. Guglielmo Costa dell'Alma Mater Università di Bologna ha messo in evidenza l'importanza della ricerca nella produzione ortofrutticola e il ruolo
dell'ISHS, l'International society for horticultural science.
Angelo Benedetti, presidente Unitec, ha ricordato come la qualità coerente significhi un business vincente. "Bisogna differenziare la qualità in modo specifico per le diverse necessità e richieste di ogni singolo mercato - ha detto - E la tecnologia, garantendo forniture più affidabili nel tempo, può fare diventare le centrali ortofrutticole più credibili agli occhi dei clienti".
L'export manager di Fruit Control Equipments, Luca Buglia, ha invece parlato dei metodi di conservazione dei prodotti ortofrutticoli senza l'impiego di sostanze chimiche. In questo, fondamentale è stata l'evoluzione dei metodi basati sull'atmosfera controllata e delle tecniche di mantenimento di bassi livelli di ossigeno nelle celle. "L'atmosfera controllata dinamica con metodo Swinglos, oltre che essere una tecnologia pulita, permette di garantire la salvaguardia della qualità, anche con un sensibile risparmio energetico".
Roberto Graziani, direttore generale della Graziani Packaging, ha presentato le soluzioni della sua azienda in funzione della logistica. Grazie, in particolare, agli angolari, l'azienda cesenate è riuscita a a segmentare l'offerta secondo le diverse esigenze dei clienti. E, con la qualità dei prodotti, è riuscita a raggiungere mercati molto lontani ed esigenti, quali ad esempio il Sud America e l'Oceania.
Con riferimento alla Carta di Milano, poi, Giuseppe Montaguti, amministratore delegato Infia, ha sottolineato come si possa ottenere la riduzione degli sprechi, in particolare dei prodotti ortofrutticoli, mediante l'utilizzo di un packaging corretto. Infia, azienda leader a livello mondiale mondiale con una clientela presente in 75 Paesi, ha sempre risposto alle esigenze del mercato innovando i propri prodotti in un'ottica di migliore efficienza degli imballaggi in termini di shelf-life.
In conclusone, gli interventi dei rappresentanti della produzione - Claudio Magnani (direttore Acquisti di Apofruit), Stefano Soli (direttore di Alegra) e Alessandro Fornari (direttore di Jingold) - hanno evidenziato il nuovo assetto geografico dei loro mercati di riferimento, vale a dire Paesi con consumatori a più alto reddito ma più esigenti dal punto di vista qualitativo. La sfida, quindi, si vince con l'alta tecnologia applicata lungo tutta la filiera.