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E la catena U2 annuncia lo stop ai dolciumi in cassa entro il 2016

Retail: Nielsen, cosi' cambia il posizionamento degli snack nel punto vendita

Una persona acquista in media dodici diversi tipi di snack al mese. A prescindere dal perché ci piaccia "spiluccare" tra un pranzo e l'altro, le vendite di questi prodotti stanno iniziando a cambiare.

Secondo una recente ricerca Nielsen, nel corso del periodo di 52 settimane terminate il 27 giugno 2015, gli snack hanno registrato un aumento, in dollari, del 3,2%. Ma, mentre l'incremento è complessivamente positivo, non tutte le categorie ne hanno beneficiato allo stesso modo.



Le vendite di snack di base, facili da consumare come cioccolato, gelati, biscotti e patatine hanno dominato il periodo, ma il ritmo di crescita sta rallentando. Mentre i prodotti con porzione incorporata, come le mini torte e i mini brownie, sono cresciuti a doppia cifra, e le alternative più sane si sono unite alla schiera del cibo spazzatura più redditizio.

Yogurt greco, frutta di IV gamma e salse fresche
hanno superato i 6 miliardi di dollari nel corso delle 52 settimane prese in esame. Con un tasso combinato di crescita dell'8,4% rispetto all'anno precedente, pari a 450 milioni, è chiaro che i consumatori stanno trovando il modo per soddisfare la loro voglia di stuzzichini con alternative sane.

Anche se il risvolto salutistico è una componente chiave di molti snack in rapida affermazione, i benefici per la salute non sono sempre una garanzia di grandi vendite. Ad esempio, nel corso dell'ultimo anno, l'acquisto di prodotti come banane, uva e mele sono crollate mentre i prodotti che abbinano salute e praticità, compresi il popcorn, le barrette energetiche e i mandarini, hanno incassato un aumento delle vendite a due cifre. Questi ultimi offrono infatti ai consumatori la comodità degli spuntini da gustare ovunque. Ma lo spazio sullo scaffale non è infinito, così il successo di un prodotto spesso va a discapito di un altro.



D'altra parte, la popolarità negli Stati Uniti di prodotti come l'hummus (una sorta di crema spalmabile a base di legumi) ha contribuito a sostenere le vendite di prodotti complementari; secondo la ricerca Nielsen, l'acquisto di salse pronte e creme da spalmare è fortemente correlato a quello dei crackers, il che spiega il tasso di crescita a due cifre di entrambe le categorie.

Ma non tutti i prodotti e le marche stanno vivendo le stesse tendenze. Il successo richiede l'individuazione del giusto valore e i retailer hanno bisogno di comprendere i bisogni di cambiamento dei consumatori per applicare il prezzo adeguato, l'eventuale promozione e il posizionamento nel punto vendita.

Intanto, in Italia la catena U2 Supermercato ha annunciato la decisione di eliminare entro il 2016 i dolciumi dalle avancasse di tutti i punti vendita, sostituendoli con prodotti freschi sani e dedicati al benessere quotidiano. Ancora non è dato sapere se si tratti di ortofrutta, yogurt o altro, ma l'obiettivo sembra quello di trasformare un acquisto di impulso in un atto consapevole.

"La Grande distribuzione - sottolinea la catena presente in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna con oltre 180 punti vendita - utilizza le aree ad altissimo passaggio poste prima delle casse per stimolare il desiderio del consumatore di acquistare prodotti che possano essere per lui una gratifica, come i dolciumi; proprio in questa posizione infatti viene acquistato il 21% degli snack dolci".

"Crediamo che i nostri clienti abbiano sempre il diritto di compiere scelte consapevoli - dice Mario Gasbarrino, amministratore delegato Unes - e che questo diritto debba essere ancor più garantito quando il cliente responsabile d'acquisto compra per qualcun altro, senza dover subire né la pressione psicologica della sovraesposizione, né il ricatto del pianto del bambino".