"Arrigoni: agrotessili "sicuri" per tutti"
"Le popolazioni in via di sviluppo - osserva Paolo Arrigoni (nella foto), managing director dell'omonima azienda lombarda leader nella produzione di reti e tessuti ad alta resistenza e lunga durata - stanno finalmente migliorando l'alimentazione e la qualità della vita, mentre i popoli ricchi pongono una sempre maggiore attenzione al cibo sano e sicuro, senza - o con presenza ridotta – di residui di prodotti fitosanitari".
Le nostre scelte in fatto di cibo, dunque, possono avere un impatto significativo sulla salute del pianeta. E la sostenibilità diventa un elemento decisivo.
Tessuto Agri su insalata.
"I cibi sostenibili - prosegue il manager - sono coltivati in maniera etica e secondo una responsabilità ambientale. La ricerca del gruppo Arrigoni è da anni tesa a questo scopo: studiare e realizzare agrotessili di qualità che migliorano le condizioni colturali e di sanità delle colture orticole e frutticole. L'obiettivo è chiaro: produrre più frutti o ortaggi a parità di superficie coltivata, con minore fabbisogno idrico e soprattutto con un ridotto utilizzo di fitofarmaci. Il che è reso possibile dall'impiego di agrotessili hi-tech di ultima generazione".
Per comprendere l'utilità degli agrotessili e la loro evoluzione è però necessario conoscerne la storia. Le reti per l'agricoltura, nate negli anni '60, hanno avuto come prima applicazione la difesa dagli eventi climatici (grandine, vento, sole) delle coltivazioni protette. Tra il 2000 e il 2010 sono stati utilizzati anche per la protezione biologica dagli insetti. Oggi, siamo all'inizio di una terza fase, di forte sviluppo nell'utilizzo degli agrotessili che, nei prossimi cinque anni, porterà a raddoppiare il fabbisogno di reti per la protezione climatica e biologica delle coltivazioni. Alla base di ciò, oltre al rilevante incremento dei fenomeni grandinigeni, torna, appunto, la ricerca del "safe food", cibo etico e sostenibile.
Arricover su insalata.
"Le applicazioni degli agrotessili in frutticoltura sono sia di tipo climatico, protezione antigrandine che biologico, nel caso di protezione laterale degli insetti - aggiunge Arrigoni - Per le colture orticole, nelle serre e nei tunnel si tratta perlopiù di protezione biologica mentre in pieno campo si somma la protezione antibrina con quella anti-insetti".
"Le metodologie di coltivazione sotto copertura a rete, secondo la tipologia di coltivazione, offrono una sostanziale riduzione sull'utilizzo di agrofarmaci, maggiore vigore/sanità al frutteto o alla specie orticola, protezione dagli agenti atmosferici, maggiore produzione a parità di superficie coltivata e riduzione del fabbisogno idrico".
Fructus su vite.
Gli agrotessili di punta del gruppo Arrigoni, distribuiti in oltre 40 paesi nel mondo, sono: Fructus, gamma di reti contro la grandine per la protezione climatica; Biorete, gamma di reti per la protezione dagli insetti delle colture protette; Biofield, rete per la protezione biologica delle colture in pieno campo; Agri, tessuti ombreggianti in varie percentuali di ombreggio e Arricover, schermo multifunzionale per la protezione delle colture in pieno campo.
Vastissimo il numero di colture interessate, a partire da uva da tavola e da vino, radicchi, porro e cipolle, patate, passando per insalate di prima e quarta gamma, carote e cavoli, barbabietole da seme, banane, angurie e meloni, ananas, e finire con meli e peri, pomodori e peperoni, fragole e piccoli frutti.
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