Produzioni italiane di patate sotto le stime: e il mercato le premia
Anche se le temperature mettono ancora un freno, la sostanza della questione non cambia, anche perché c'è un dato da sottolineare quando si parla di patate in Italia: "Abbiamo un deficit di consumo annuale di 500mila tonnellate – riprende Piazza – il che significa che consumiamo più di quanto produciamo e quest'anno le produzioni nazionali sono state inferiori alle aspettative".
Così in questa stagione, nel bolognese, dove la scavatura si è già conclusa, sono state raccolte 120mila tonnellate di patate, contro le 140mila che si stimavano all'inizio. In tutta l'Emilia Romagna si parla di un totale di 180mila tonnellate, mentre sulla carta se ne prevedevano 220mila tonnellate.
La commercializzazione di patate all'interno del Caab - Centro Agroalimentare di Bologna (foto d'archivio).
La minore disponibilità del prodotto italiano ha un riflesso nelle quotazioni di mercato. "I prezzi di riferimento sono buoni – riprende il direttore di FedagroMercati Bologna – con i produttori emiliano romagnoli aderenti all'accordo interprofessionale regionale che ottengono (alla produzione, ndr) 30 centesimi di euro al chilo. Tutta un'altra cosa rispetto all'anno scorso, che fu un massacro per i produttori, con alcuni che non arrivavano nemmeno a prendere 12 centesimi di euro al chilo, a fronte di costi di produzione nell'ordine dei 17/20 centesimi di euro al chilo".
In uscita dai mercati all'ingrosso, invece, le patate spuntano, per cassette o sacchi da 5 chili, un prezzo di 50/60 centesimi di euro al chilo. In generale, continua Piazza: "Il mercato sta premiando le patate, anche per via della qualità, che risulta molto alta; particolarmente gradite sono le piccole confezioni, come i sacchetti a rete da 2, 2,5 chili l'uno, personalizzabili con il logo del venditore finale. Nella Gdo-Grande distribuzione organizzata, queste patate sono quotate 75/80 centesimi di euro al chilo (franco arrivo)".
In termini di tipologie invece "in questo periodo vanno molto le patate rosse e quelle a pasta bianca che non ottengono un prezzo di molto superiore a quelle a pasta gialla, ma che comunque permettono di portare a casa 5 centesimi di euro in più al chilo. Sulla pezzatura, vanno i calibri medi: 45/75 è il calibro prevalente. Paga l'uniformità nella dimensione, perciò la pezzatura 50/60 è pagata un po' più della media", anche qui si parla di un 5 centesimi di euro in più al chilo.
Come anticipato poco fa, la raccolta del grosso della produzione italiana si è conclusa: Bologna ed Emilia Romagna, ma anche quella della zona di Avezzano, di Castro, del Veneto, mentre continua nel Fucino, nella Sila e in val Pusteria. C'è quindi ancora prodotto fresco italiano, mentre "la frigoconservazione – spiega Piazza – ci permetterà di arrivare con prodotto nostrano anche fino a maggio, perché qui la tecnica di conservazione è molto avanzata e non trova paragoni al di fuori dell'Italia".
Di patate straniere, per far fronte alla domanda interna, "se ne parlerà a novembre, dicembre, gennaio – conclude il direttore di FedagroMercati Bologna – con importazioni soprattutto dalla Francia, nostro maggiore fornitore, e dai Paesi Bassi, poi ancora dalla Germania, ma parliamo soprattutto di tuberi destinati all'industria di trasformazione".