Limoni: le quotazioni elevate congelano il mercato
Ciò si traduce in minori importazioni (a oggi i limoni sono tutti d'importazione d'oltremare, da Sudafrica, Argentina e, in misura minore, Uruguay), acquisti inferiori da parte dei grossisti e una scarsa domanda da parte degli acquirenti finali: si commercializza giusto lo stretto indispensabile.
"In questa situazione, tutti stanno a guardare, perché il rischio economico è elevatissimo", spiega Andrea Saturnini, grossista della Sa.Ga., ditta operante presso il mercato ortofrutticolo di Verona.
Nessuna euforia nelle vendite e la causa sono soprattutto i prezzi: esauriti quel poco di limoni italiani e spagnoli che erano rimasti alla fine della campagna, è disponibile solo prodotto d'oltremare e i prezzi sono saliti, complici anche le gelate registratesi in Argentina durante la fioritura, che hanno portato un calo produttivo in uno dei due maggiori fornitori mondiali.
"Se negli anni passati - riprende Saturnini - i prezzi dei limoni della varietà Eureka (la principale) oscillavano, in uscita dai mercati all'ingrosso, tra 1 e 1,30 euro al chilo (e parliamo di un prodotto che si fa 15/16mila chilometri di viaggio), oggi siamo a quota 2 euro al chilo. E' un prezzo alto e, a questi livelli, chi deve acquistare si orienta su altri prodotti più economici, come meloni, pesche e nettarine, che invece si trovano a prezzi normalissimi".
Questa situazione in cui nessuno si espone più del dovuto durerà, secondo le stime, ancora per diverse settimane, in attesa dell'arrivo dei limoni spagnoli, che non giungeranno però prima di un mese, un mese e mezzo. Allora, con l'arrivo del nuovo prodotto, la situazione potrebbe sbloccarsi.