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Gap produttivo senza precedenti per le lattughe: le unioni nazionali ortofrutticole invitano tutti al senso di responsabilita'

NOTIZIA DIFFUSA TRAMITE NEWSLETTER STRAORDINARIA DI FRESHPLAZA DELLO SCORSO 28 AGOSTO -


"Non è colpa di nessuno e non ci sono fenomeni speculativi in atto; l'andamento dei prezzi di scarole, radicchio, pan di zucchero e altre tipologie di lattuga (ad esempio la Iceberg) deriva, come per tutti gli altri prodotti, dal rapporto tra domanda e offerta. E quest'anno l'offerta è stata falcidiata da condizioni climatiche avverse, che hanno innescato enormi problemi fitosanitari. Qui non ci sono vincitori, ma solo sconfitti. Nessuno si arricchirà". E' quanto riferisce alla Redazione di FreshPlaza un tecnico di campo, in merito all'inaudita situazione di gap produttivo che sta interessando le produzioni a foglia.

Le coltivazioni italiane di lattughe da cespo hanno una spiccata rotazione geografica. Pur essendo produzioni generalmente autunnali, infatti, l'area della Piana del Fucino è tradizionalmente l'unica (o quasi, se si esclude la Romagna) specializzata nella coltivazione estiva di questi prodotti, che riforniscono tanto il mercato della I gamma quanto quello della IV gamma nei mesi di maggio, giugno e luglio. Solo verso fine settembre si passa ad altri areali produttivi quali la Puglia, Macerata, oltre a Chioggia e Brescia.

"Sto raccogliendo solo il 30% dei volumi che sono di solito disponibili in questo periodo - testimonia un produttore del Fucino - e il radicchio che era pronto per la raccolta a Chioggia, in luglio, è stato completamente distrutto da un tornado (cfr. FreshPlaza del 10/07/2015). Anche se i prezzi sono saliti rapidamente oltre ai 2-2,50 euro/kg (partenza Fucino!), stiamo parlando di cespi di peso dimezzato rispetto alla norma e di quantitativi non in grado di rispondere a tutta la domanda. Di sicuro, in questa situazione, ci sono solo le perdite".


Manifestazioni delle virosi in campo.

Anche un produttore romagnolo testimonia: "Ci sono gravi ripercussioni, viste le estreme condizioni estive. Stiamo comunque raccogliendo, anche se molto a rilento".

Un dottore agronomo che segue centinaia di ettari coltivati a lattuga nelle Marche riferisce: "Noi siamo ancora in fase di trapianto, quindi non saremo presenti sul mercato fino a fine settembre, inizi di ottobre. Quello che ha giocato a sfavore delle produzioni del Fucino è stato il clima eccessivamente caldo che, unito alle inevitabili irrigazioni, ha generato le condizioni ideali per una eccezionale proliferazione di tripidi, piccoli insetti parassiti dannosi che sono a propria volta vettori di importanti virosi".


Manifestazioni delle virosi in campo.

Nello specifico, a compromettere i raccolti sono stati: LMV, il Virus del mosaico della lattuga e TSWV, Tomato Spotted Wilt Virus, entrambi capaci di attaccare trasversalmente molte specie, come dimostrato dal contagio senza precedenti che ha interessato il Fucino. La conformazione geografica della piana, chiusa com'è dai monti circostanti, ha fatto il resto.

Difficoltà di approvvigionamento stanno interessando pure i trasformatori di IV gamma: "Anche tentare di rifornirsi all'estero - dichiara un operatore - non è cosa semplice e che si possa improvvisare su due piedi. Ci sono dettagliati disciplinari produttivi cui attenersi e non c'è garanzia che i coltivatori esteri seguano le medesime procedure e i medesimi standard delle produzioni nazionali italiane, da sempre all'avanguardia per sicurezza alimentare. Comunque sia, non ricordo di aver assistito a carenze così gravi in passato".


Virosi su radicchio.

I vertici dell'Unione nazionale Italia Ortofrutta commentano: "Confermiamo, per quanto di nostra conoscenza, che tale drammatica situazione è conclamata. Già da varie settimane diverse OP associate che operano nel comparto lamentavano l'aggravarsi di tale gap produttivo. Stiamo parlando di un fenomeno eccezionale, che denota la fragilità delle produzioni italiane nei confronti di un cambiamento climatico sempre più ingestibile. La situazione è di tale gravità per cui prevediamo un buco nelle forniture non inferiore a quattro settimane, coincidenti praticamente con l'intero mese di settembre".

"Invitiamo tutti gli operatori alla calma e al senso di responsabilità. Forse, vista da fuori, la situazione commerciale potrebbe apparire in preda a fenomeni speculativi; non è questo il caso. Quando il prodotto non viene raccolto, anche se in linea teorica il prezzo è premiante, non vi è modo di fare reddito. Siamo tutti nella stessa barca".

A sua volta, l'Unione nazionale Unaproa ribadisce: "Mettiamo la trasparenza al primo posto in questa grave circostanza; è il segno della grande maturità delle Organizzazioni di Produttori italiane. Ci è sembrato doveroso informare il mercato circa una situazione oggettivamente difficile e che si protrarrà per le prossime settimane. Andranno poi fatte a posteriori tutte le opportune valutazioni del caso perché il settore ortofrutticolo si adegui ai mutamenti climatici in atto, non più ignorabili".

Insomma, al momento bisogna essere realistici: cespi di lattuga (in particolare, pan di zucchero, scarole, radicchio e Iceberg) non ce ne sono, e questo è quanto.