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Consorzio VOG: imprescindibile orientarsi fuori dall'Europa

Africa e Sud-est asiatico, i mercati futuri per le mele dell'Alto Adige

Il press tour organizzato dal Consorzio altoatesino VOG nelle giornate del 24 e 25 agosto per il suo 70mo anniversario (cfr. FreshPlaza del 25/08/2015) ha costituito l'occasione anche per fare il punto sulla campagna e guardare alle opportunità commerciali future.

"Siamo a metà raccolta con la Gala - ha dichiarato Gerhard Dichgans, direttore del Consorzio - L'estate è stata torrida e secca e la maturazione è risultata molto veloce. Credo che i danni derivanti siano contenuti. Da metà agosto in poi il clima sembra essere variato, con temporali e notti più fresche, e anche per le altre varietà saranno raggiunte le previsioni di raccolto".

"In occasione della 39ma edizione della Conferenza Prognosfruit (cfr. FreshPlaza del 24/08/2015) - ha continuato Dichgans - si era parlato di una stima di prodotto altoatesino inferiore del 6%. Internamente al nostro Consorzio parliamo di un 12% in meno. In generale siamo soddisfatti della pezzatura delle mele e abbiamo meno frutti sugli alberi. Non ripeteremo il super pienone del 2014 (600.000 tonnellate di mele da tavola, quasi 130.000 tonnellate in più rispetto al 2013, ndr), ma l'inizio della nuova stagione è andato benissimo: il mercato era vuoto e c'è stata grande richiesta per le Royal Gala verso tutte le nostre destinazioni".

In leggero calo - dall'8 al 13% - anche le stime per Fuji, Golden e Red Delicious. Ribasso netto per Granny e Braeburn, che nell'autunno scorso avevano segnato un raccolto record. A parte le sei varietà "classiche", è da segnalare un minore raccolto della mela Pink Lady™, e una riconferma dei volumi per Jazz®, Modi® e Kanzi®. Infine, saranno raccolte le prime tonnellate commerciali di Envy®, la nuova mela presentata in autunno scorso e che ha destato una grande attesa nel mercato.


Georg Kössler e Gerhard Dichgans, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio VOG.

Relativamente alle possibilità di sviluppo nei prossimi cinque-dieci anni, Georg Kössler, presidente del VOG, ha sottolineato il costante, seppur lento, calo dei consumi in Europa. Dichgans ha aggiunto: "Complessivamente, nel prossimo decennio i mercati europei ci offriranno meno possibilità di commercializzazione, ma grosse opportunità per l'innovazione varietale, sempre che si propongano le giuste varietà in sostituzione di quelle che oggi più di tutte patiscono questa riduzione dei consumi. Se guardiamo invece al consumo totale e al potenziale di crescita delle mele in genere, è necessario orientarsi fuori dall'Europa".

A questo punto il direttore di VOG ha ripercorso i settant'anni di storia nel percorso di esportazione del Consorzio. "Nel 1945 ci orientavamo oltre il confine nel Nord Tirolo, negli anni Settanta-Ottanta abbiamo guardato oltre l'Italia e la Germania per focalizzare le nostre strategie sugli altri Stati membri; quando poi si è aperta la cortina di ferro abbiamo pensato che il mercato dell'Europa dell'Est fosse il nostro futuro e abbiamo scoperto che lì sono molto più veloci a produrre le mele di quanto pensassimo. Per il futuro vedo due grosse macro-aree che crescono in termini di popolazione e consumo: Africa e Sud-est asiatico".

In merito al Continente Nero, Dichgans ha dichiarato: "Ci sono almeno cinque-sei Stati con centinaia di milioni di abitanti e quindi una popolazione tale da permettersi l'import di mele. Dopo aver puntato al Maghreb negli ultimi cinque anni, l'Alto Adige deve ulteriormente ampliare i suoi orizzonti in Africa, perché esiste del potenziale".

Affinché ci siano nuovi panorami da vagliare, tanto in Africa quanto nel Sud-est asiatico sono necessarie però delle varietà specifiche di mele, che assecondino le preferenze dei consumatori. Dolce, croccante e succosa sono per esempio le parole chiave per l'Asia.



"Sono convinto che la nuova campagna inizierà in un clima di fiducia ritrovata - ha affermato Dichgans - In primis, perché la Polonia avrà molte opzioni per smaltire il raccolto record. Bruxelles ha appena riconfermato gli aiuti comunitari, dei quali la Polonia è il primo beneficiario, e che permetteranno di distribuire alcune centinaia di migliaia di tonnellate aggiuntive in beneficenza. L'industria di trasformazione necessita di grossi quantitativi per il succo ed è disposta a pagare prezzi più alti dell'autunno scorso. In aggiunta, gli esportatori polacchi hanno dimostrato di poter trovare nuovi mercati di sbocco per il loro assortimento varietale".

Fatta eccezione per la Polonia, la produzione nell'Europa occidentale si presenta molto più equilibrata che non nel 2014. Mancano mele in Germania, Paesi Bassi e Belgio, e la stima del 5% in meno in Italia probabilmente dovrà essere ritoccata al ribasso, quando si dovrà fare il conto con quanto veramente conferito, dopo le settimane di clima torrido e secco nei mesi di luglio e agosto. È solo la Francia che segnala un più 8%, da mettere a raffronto con un raccolto scarso nel 2014.

Durante l'avvio della nuova campagna, peseranno inoltre tutti i fattori positivi degli ultimi mesi: un mercato "pulito" dagli stock di vecchio raccolto; poche mele importate dall'emisfero sud, quotate a prezzi alti; un consumo di mele ritrovato, sicuramente invogliato dai prezzi bassi sul punto vendita.

"Non per ultimo - ha concluso Dichgans - un cambio Euro/Dollaro favorevole alle esportazioni. Nella stagione passata, l'UE-28 ha esportato circa 1,45 milioni di tonnellate di mele, con un incremento del 17% sul periodo precedente. Sono le destinazioni mediterranee e nordafricane che hanno tirato di più nella stagione scorsa, e questo trend positivo potrebbe riconfermarsi nei prossimi mesi".