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E il tasso di cambio favorevole puo' aiutare l'export

"Italia: a luglio una "ripresina" dei consumi di ortofrutta (che sorpassa la carne)"

La "Festa della frutta e della verdura" (vedi articolo correlato), promossa ieri a Expo Milano 2015, è stata anche l'occasione per fare il punto sui consumi interni.


(Foto Piero Cruciatti, La Presse).

"Sembra un paradosso - ha detto Dino Scanavino, coordinatore nazionale di Agrinsieme e presidente di Cia - ma proprio noi italiani, che siamo i detentori del più sano regime alimentare del mondo, lo stiamo abbandonando per due ragioni: da una parte, la crisi ha tolto potere d'acquisto alle famiglie che si orientano su cibi a minor valore; dall'altra parte, abbiamo importato modelli di consumo alimentare che non appartengono alla nostra cultura e che, spesso, si rivelano non salutari. Per questo da Expo vogliamo rilanciare il consumo di frutta e verdura".

Complice il caldo torrido dell'ultimo mese, c'è stato un parziale risveglio dei consumi di frutta e verdura, con un incremento stimato nell'ordine del 5%. Troppo poco per recuperare la costante erosione di consumo che ha investito soprattutto i giovani, sempre molto attratti dal cibo-spazzatura.

Analizzando i dati del Rapporto Nomisma (cfr FreshPlaza del 01/04/2015), risulta che negli ultimi 15 anni gli italiani hanno ridotto di 1,7 milioni di tonnellate il consumo di frutta e verdura (pari al 18% in meno). In particolare, nell'ultimo anno gli acquisti di ortofrutticoli freschi si sono fermati a 130,6 kg, vale a dire 360 grammi/giorno a testa. A soffrire è soprattutto la frutta (-15%) mentre gli ortaggi limitano la contrazione al 6%. Meglio di noi fa solo la Spagna, con 179,4 kg a testa, mentre Svizzera (106,5), Germania (194), Regno Unito (99,6) e Francia (85,2) presentano dati sconfortanti.

In Italia, il 22% della frutta è acquistata confezionata e il restante 78% sfusa. Tra i canali di vendita, primeggia il dettaglio (85%), seguito da alberghi, ristoranti e catering (13,9%) e da mense ospedaliere, scolastiche e aziendali (1,1%).

Negli ultimi mesi però, la lieve - ma significativa - inversione di tendenza sembra essere confermata anche da Google Summer Trends. La classifica del motore di ricerca certifica infatti come gli alimenti più cliccati dagli italiani nell'ultimo mese siano stati ciliegie, banane, mele e meloni. Nella top ten anche fragole, fave e albicocche.

E la frutta sorpassa la carne nelle voci di spesa
Intanto, un'indagine Coldiretti divulgata ieri rivela che, per la prima volta, la spesa degli italiani per frutta e verdura ha superato quella per la carne, diventando la prima voce del budget alimentare delle famiglie.

Gli acquisti di ortofrutta infatti rappresentano ora il 23% del totale del budget destinato all'alimentazione, per un importo di 99,5 euro/mese per famiglia contro i 97 euro della carne (22%).


(Foto Piero Cruciatti, La Presse).

L'affermarsi dell'ortofrutta nella dieta degli italiani ha fatto nascere anche nuove figure professionali: dal sommelier (che consiglia il miglior tipo di frutta da abbinare al pasto) allo scultore (che crea magie usando le verdure), al personal trainer dell'orto (che insegna il fai da te), a quello della spesa (che aiuta a ottimizzare gli acquisti).

"E' in atto a livello globale una tendenza al riconoscimento del valore alimentare della frutta e verdura alla quale dobbiamo saper dare una risposta concreta", ha affermato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, ricordando però come il frutteto italiano rischi di scomparire, visto che negli ultimi quindici anni ha perso un terzo delle superfici (-33%, cfr FreshPlaza del 21/05/2015)

"Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori - ha aggiunto Moncalvo - Occorre intervenire per promuovere i consumi sul mercato interno e per sostenere le esportazioni che, in quantità, sono rimaste circa le stesse di quindici anni fa. Ci sono infatti segnali positivi di ripresa dell'economia che non vanno sottovalutati, come l'inversione di tendenza nei consumi di frutta in Italia che non si registrava dall'inizio della crisi. Altre opportunità possono venire dall'estero, per via del tasso di cambio favorevole".