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"I "big" occidentali del settore faticano comunque a prendere piede"

Alimentari: in Cina tra il 2005 e il 2013 vendite al dettaglio in crescita di quasi il 300%

Generalmente il settore alimentare al dettaglio ha delle proprie caratteristiche, a seconda del Paese di riferimento.

In Francia, per esempio, il settore è incentrato sull'ipermercato, in Germania sul discount e in Giappone sulla suddivisione in sottosettori. Al contrario, in Cina, il mercato grocery è in continuo cambiamento e pertanto non dotato di una propria autentica identità.

Secondo lo studio FBIC/Global Retail & Tecnology (cfr FreshPlaza del 20/07/2015), quando si parla della Cina è importante considerare due fattori:
  1. Anche se la maggior parte dei ricavi arrivano dai grandi marchi come, ad esempio, Walmart, la maggior parte dei cittadini cinesi vive in piccoli appartamenti nelle aree urbane e non possiede la macchina. Pertanto preferisce i piccoli negozi di alimentari vicino casa.
  2. In questa area del mondo tendono a essere maggiormente apprezzati i negozi in grado di mantenere viva la tradizione alimentare cinese. Questo tipo di negozi sono generalmente quelli di prossimità con un'offerta giornaliera di prodotti freschi.
In generale il mercato cinese continua a modernizzarsi e, con l'aumento dell'urbanizzazione, a incrementare la propria prosperità.

Tra il 2000 e il 2010 la popolazione cinese è cresciuta di quasi 21 milioni di abitanti e, di conseguenza, tra il 2004 e il 2013 il consumo di generi alimentari è quasi triplicato. Tra il 2005 e il 2013 le vendite di cibo, bevande e tabacco hanno avuto una crescita di circa il 283%.



Non è quindi una sorpresa che grandi marchi internazionali come Walmart, Carrefour, Tesco e Auchan abiano cercato di conquistare una propria fetta in questo mercato.

Nonostante ciò le grandi catene di supermercati non hanno avuto vita facile in Cina. Walmart, ad esempio, è stata costretta a chiudere 14 negozi nel 2013 e 16 nel 2014. L'errore più grande di questo "big" del settore è stato quello di non essere riuscito ad adattarsi alle esigenze del Paese di insediamento.



L'aver mantenuto rigidamente il proprio modello, non ha infatti aiutato nella scalata del grocery cinese. In sostanza, questi giganti del retail non hanno saputo rispondere alla domanda dei consumatori cinesi di cibo fresco da acquistare spesso e poco per volta.

Per quanto riguarda le "joint ventures" è possibile ricordare Sun Art che ha permesso alla Francia (attraverso il marchio Auchan e RT Mart) di introdursi nel mercato asiatico. Dal 2009 al 2013 Sun Art ha aumentato le entrate del 17,4%.

Per i discount, invece, nel 2014, il tedesco Aldi ha pianificato un ingresso nei prossimi anni nel mercato cinese. Questa avventura è però molto rischiosa soprattutto se si considerano le difficoltà già registrate da molti rivenditori occidentali come, ad esempio, Tesco e Carrefour.

Nel grafico sottostante, l'andamento delle vendite dele 4 insegne più popolari e diffuse.


Andando ad analizzare il mercato online, in Cina si è registrata un'impennata del 59,4% anche grazie alla grande pubblicità fatta da RTMart, Walmart, Auchan, Tesco e molti altri.



Nel 2015 si prevede una crescita sicuramente inferiore a quella registrata negli anni passati pari a circa il 7%.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte: FBIC/Global Retail & Tecnology