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I risultati dell'indagine KPMG per il Comitato Leonardo

Gdo ed e-commerce: le chance del Made in Italy

Al XIV Forum annuale del Comitato Leonardo, che si è svolto venerdì 23 luglio a Roma (cfr FreshPlaza del 24/07/2015), è stata presentata la ricerca realizzata da KPMG Advisory in collaborazione con l'Ufficio Pianificazione strategica, studi e rete estera dell'Agenzia ICE, dedicata a "Grande distribuzione ed e-commerce in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna".

All'interno del settore retail, la Gdo rappresenta la principale modalità di commercializzazione dei prodotti di largo consumo, fortemente radicata sul territorio e specificamente dedicata all'acquisto abitudinario. E con rilevanti volumi di vendite: da circa il 50% dei complessivi volumi retail commercializzati in Germania e Spagna, fino a circa il 90-95% del "food" totale in Francia e Gran Bretagna.

Tra i principali operatori della Gdo si rileva la presenza di player di differente organizzazione, con azionariato che spazia da fondi di investimento a multinazionali, fino alle imprese a carattere familiare.



In quasi tutti i mercati analizzati, la Grande distribuzione è caratterizzata da grandi operatori multinazionali con una presenza capillare sul territorio. Tra i principali player, operatori con struttura azionaria familiare: in Germania, il Gruppo Aldi è controllato dalla famiglia Albrecht e i gruppi Schwarz e Otto delle omonime famiglie; in Spagna, El Corte Inglés fa capo alla famiglia Areces; in Francia, il Gruppo Carrefour risponde alla famiglia Defforey.

Il processo di trasformazione del settore ha portato a un elevato grado di concentrazione degli operatori, con pochi top player che registrano quote considerevoli di vendite sia nel comparto "food", che in quello "non food".

In Spagna El Corte Inglés, Mercadona e Carrefour rappresentano circa il 40% del totale del mercato della Gdo.

In Germania i primi cinque rivenditori – Edeka, Rewe, Schwarz (Lidl e Kaufland), Aldi (Nord e Süd) e Metro – nel 2013 valevano il 73% del totale delle vendite del settore alimentare, mentre in Francia Carrefour, Intermarché, Leclerc, Groupe Casino e Auchan hanno una quota pari al 79% del totale vendite di settore.

In tale contesto i grandi operatori della distribuzione hanno adottato strategie di revisione dei prezzi e di introduzione di format più convenienti (es. convenience store).



In alcuni paesi i recenti trend del settore hanno contribuito alla creazione di alleanze tra distributori: in Francia, con specifico riferimento alla distribuzione alimentare, alcuni retailer hanno avviato la condivisione di centrali di acquisto, sollevando però perplessità da parte delle Autorità competenti per la tutela della concorrenza sul mercato e per il conseguente squilibrio tra distributori e produttori.

L'importanza dell'e-commerce
Negli ultimi anni si è registrato un significativo sviluppo del canale digitale, che consente ai produttori di entrare in nuovi mercati e di raggiungere direttamente i consumatori, eliminando alcuni passaggi della catena del valore.


All'interno del settore retail, Gdo ed e-commerce registrano differenti dinamiche.

Il mercato dell'e-commerce in Europa ha registrato vendite complessive pari a oltre 130 miliardi di euro nel 2014, con Gran Bretagna (circa 62 miliardi di euro nel 2014), Germania (50 miliardi) e Francia (36,4 miliardi) che insieme ne rappresentano oltre l'80%.

In Spagna l'e-commerce è stato uno dei pochi settori a sperimentare una crescita a doppia cifra negli ultimi anni. Il settore delle vendite al dettaglio online ha registrato un fatturato complessivo pari a 9,5 miliardi di euro nel 2014 che si prevede in crescita nei prossimi anni. La Spagna presenta però forti limiti logistici legati alle alte spese di spedizione e a tempi di consegna non competitivi.


Il canale e-commerce evidenzia dinamiche parzialmente differenti rispetto alla Gdo.

Nel settore sono presenti pure-player statunitensi (Amazon ed eBay), ai quali si affiancano i principali player della Gdo (Mercadona, Carrefour, Auchan, El Corte Inglés), presenti con shop online e servizi di "click&collect" (modalità di acquisto che consiste nell'ordinare la merce online e poi ritirarla di persona al punto vendita senza alcun costo di spedizione, nda) e "click&drive" (si ordina la merce online, determinando luogo e orario del ritiro, che si effettua in auto, nda).



A livello societario, il settore è stato caratterizzato dal crescente interesse da parte degli investitori, dimostrato da processi di consolidamento tra player online e tra player online e rivenditori "brick&mortar" (negozi fisici tradizionali, appunto "malta e mattoni", caratterizzati da strutture aziendali fisiche, nda) come strategia di espansione internazionale o per colmare ritardi strutturali.

Molti rivenditori stanno anche investendo nella logistica (es. Marks & Spencer) per supportare strategie ibride "brick&click" (operatori che integrano le opportunità di fare business su canali elettronici con il modo tradizionale, nda).

Le opportunità del made in Italy
In Italia - tra i primi dieci Paesi esportatori al mondo e secondo paese manifatturiero in Europa dopo la Germania - l'export continua a rappresentare una straordinaria opportunità di crescita. La Gdo e l'e-commerce possono offrire modelli di business e di vendita complementari a quelli tradizionali, con enormi potenzialità per i nostri esportatori.

Sulla Gdo food, la produzione italiana risulta essere ben posizionata nei principali Paesi europei.

I produttori italiani giocano la loro partita competitiva sul terreno delle produzioni di qualità elevata collocate nella fascia alta di mercato, e devono puntare a valorizzare le caratteristiche distintive del made in Italy quali innovazione, creatività, design, unicità dei propri prodotti, individuando nicchie di mercato a maggior valore aggiunto in cui i produttori emergenti faticano a entrare.

Ma questo può non bastare; soprattutto per la Gdo, puntualità degli ordini, coerenza nelle forniture e certezze delle quantità e dei tempi di consegna sono elementi fondamentali per il successo del prodotto.

Un ulteriore punto di criticità riguarda l'organizzazione dei processi distributivi in Italia. Sebbene gli attori del settore stiano avviando importanti trasformazioni, sia sotto il profilo strutturale che strategico e organizzativo, il sistema distributivo italiano continua a essere molto frammentato e non sufficientemente presente sui mercati esteri.

Fondamentale per i produttori italiani operanti sia nel comparto "food" che "non food", sarà mantenere un consistente intervento promozionale e investire nel riconoscimento del brand.