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Forli' e Ravenna a favore dei produttori e della trasparenza dei prezzi

"Pesche e nettarine, la Romagna "non ci sta"

Settimana calda su più fronti quella appena trascorsa. Termometro a parte, che comunque rappresenta un buon impulso alle vendite di frutta fresca, i prezzi di pesche e nettarine riconosciuti alla produzione continuano a diminuire.

"Osservando i listini dei prezzi alla produzione di pesche e nettarine, verifichiamo - anche in questi giorni di caldo torrido e consumi sostenuti - prezzi medi al produttore che si aggirano su 0,27 euro per la frutta di I qualità e circa 0,35 per i grossi calibri (AA). Mancano sempre 15-20 centesimi per giungere almeno a compensare i coltivatori dei costi di produzione. A fronte di tale situazione, molti produttori e addetti ai lavori si chiedono dove siano le Organizzazioni agricole (cfr FreshPlaza del 09/07/2015)". E' quanto ha diffuso nei giorni scorsi la Confederazione produttori agricoli Copagri di Ravenna in una nota.



Copagri ricorda come già nello scorso inverno avesse avanzato proposte concrete per affrontare i problemi del settore agricolo e, in particolare, peschicolo. Proposte tutt'ora valide, ma cadute nel vuoto. La Confederazione porta anche ad esempio la new co Opera: "Dopo anni di immobilismo finalmente si è concretizzato un progetto di integrazione della filiera pericola e ci si aspetta che la nuova realtà dia soddisfazioni ai produttori associati".

"Ciononostante una parte importante della cooperazione si è defilata ipotizzando la costituzione di una struttura alternativa. Cosa difficilmente comprensibile da parte dei coltivatori, che finalmente intravedevano un apripista verso l'aggregazione e il controllo dell'offerta anche per altre colture della nostra regione. In questo caso le Organizzazioni Agricole erano tutte d'accordo con il progetto, ma qualcun altro evidentemente no".

"Altra grave latitanza è quella istituzionale. Il Ministero delle Politiche agricole - si legge nella nota - e la Regione Emilia Romagna negli ultimi tempi sono stati completamente assenti su questi temi. Il Ministro è impegnato a tagliar nastri all'Expo negli ultimi mesi, incombenza che peraltro gli tocca. Ma intanto la Spagna proprio in questi giorni ha varato un provvedimento nazionale per fronteggiare la crisi delle pesche coinvolgendo l'industria di trasformazione. Occorre agire in tale direzione con urgenza anche da noi, oltre a ottenere un provvedimento adeguato dall'UE per i danni dell'embargo russo. Ma serve una regia di tutto il sistema ortofrutticolo che coordini gli interventi anche a medio-lungo termine. Il che ora manca".

Queste le proposte Copagri avanzate a gennaio 2015:
  1. Proposta di metodo: la filiera ortofrutticola e peschicola in particolare hanno bisogno di una regia unica, di qualcuno che si assuma la responsabilità di fare proposte e le porti avanti
  2. Non si può più rimandare l'integrazione delle strutture logistiche e commerciali per la concentrazione dell'offerta (vedi Consorzio From in Trentino) anche nel settore peschicolo
  3. Realizzare la programmazione delle produzioni, adeguando l'offerta alla domanda, attraverso la costituzione del catasto frutticolo a livello europeo e nazionale
  4. Servono contratti di fornitura alla Grande distribuzione organizzata a inizio campagna perché i produttori agricoli conoscano il prezzo al quale forniscono il proprio prodotto
  5. Occorre recuperare 20 centesimi a favore del produttore agricolo nel segmento del valore del prodotto, attribuendo il valore in proporzione ad un'equa ripartizione dei costi di produzione. Tutto ciò tramite "accordi di filiera" da perseguire tramite gli Organismi Interprofessionali e, se necessario, rivedendo il Dlgs. 102/2005
  6. Adeguare il sistema di interventi in caso di crisi grave, attraverso una revisione dell'OCM. Quello attuale ha dimostrato di essere inefficace e inutile
  7. Introdurre il principio di reciprocità nelle importazioni/esportazioni di prodotti agricoli
  8. Il miglioramento qualitativo del prodotto, il riconoscimento e la sua valorizzazione: rinnovamento varietale, adeguamento dei regolamenti per i ritiri nelle cooperative, semplificazione varietale, regole commerciali severe e da far rispettare
  9. Incentivi nella prossima OCM per l'abbattimento di pescheti obsoleti e un conseguente rinnovamento varietale che tenga conto delle reali aspettative del consumatore, grazie anche al prezioso aiuto del mondo scientifico.
Intanto, il sindaco di Forlì, Davide Drei, partecipando alla quarta edizione di "Pesche in festa" a San Martino in Villafranca (frazione a netta vocazione peschicola, nda) ha chiesto più trasparenza nella filiera.

"Serve - ha detto Drei - un'operazione virtuosa e di trasparenza dei costi della filiera agroalimentare. Non solo. E' necessario dar vita a una nuova collaborazione che veda da una parte le istituzioni territoriali e regionali in questa fase di riordino, e dall'altra organizzazioni di categoria, distribuzione e produttori locali, perché un settore vitale della nostra economia e della nostra tradizione, come quello ortofrutticolo, possa risollevarsi".

Il valore della produzione agricola nella Provincia di Forlì-Cesena si attesta sui 90 milioni di euro per quanto riguarda la frutta, e sui 43 milioni per gli ortaggi. Le principali criticità del settore sono, come è noto, dovute al gap di prezzo dal produttore al consumatore, che può variare da un rapporto di 1 a 6 fino anche a 1 a 10. In poche parole, 0,20-0,25 euro vanno al peschicoltore (che ne spende almeno 0,40) a fronte di un prezzo al consumatore che può superare i 2 euro.

"Ecco perché si fa sempre più stringente puntare sulla trasparenza delle filiere - ha concluso Drei - Un aspetto che, oltre a garantire origine e tracciabilità dei prodotti, concetti ormai entrati nella sensibilità dei consumatori e negli strumenti normativi, può fornire un'informazione corretta sui costi da monte a valle, dal campo alla tavola. Bisogna cioè passare dal chilometro zero del prodotto, al chilometro zero dell'informazione".