E' estate, tempo di svendite: dopo le pesche tocca ai meloni
"In un momento in cui la domanda è forte e il caldo fa da traino ai consumi - continua Cagna - la scelta di insistere con le promozioni è sbagliata da un punto di vista strategico. E, infatti, nel resto d'Europa il prodotto è venduto a cifre ben più alte".
"Con questi prezzi, poi, è impensabile garantire gli elevati strandard qualitativi che il consumatore si aspetta. Ma, se tradiamo la sua fiducia, difficilmente continuerà ad acquistare melone. Anzi, non vorrei che il calo dei consumi pro-capite degli ultimi anni fosse dipeso proprio da questo. Invece - conclude Cagna - si tratta di un frutto che si adatta al consumo in diversi momenti della giornata e che, se debitamente valorizzato, può dare soddisfazione a chi lo produce, vende e, anche, acquista".