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Cibo sicuro e salute, una sfida di genere: il 60% della popolazione che soffre la fame e' donna

Il 60% delle popolazione che soffre di fame cronica è costituita da donne: il tema del cibo e della nutrizione è strettamente collegato alla povertà e alla diseguaglianza di genere. Di questo scenario e delle relative possibili soluzioni si è discusso alla tavola rotonda "The role of nutrition in future health: the gender challenge", organizzata da Aspen Institute nell'ambito degli eventi promossi per le Women's Weeks.

"L'interazione tra cibo, nutrizione e salute è un tema chiave per il futuro - ha spiegato Kathleen Sebelius, ex segretario della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti - Un'agricoltura sostenibile deve necessariamente essere collegata alla salute delle donne, che sono le prime responsabili dell'utilizzo del cibo, in tutto il mondo". La salute del genere umano è una precondizione, e allo stesso tempo, un effetto di tutte le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (ambiente, società ed economia) ed è direttamente collegata al degrado ambientale e alla malnutrizione.



"Dobbiamo pensare ad una nuova dimensione della salute, più evoluta e aggiornata: una sorta di salute 2.0" ha commentato Ilaria Capua, direttrice del dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, parlamentare, vicepresidente della Commissione cultura, scienza e istruzione.

Occorre, dunque, una "medicina di genere" che tenga conto delle differenze tra il corpo femminile e quello maschile nel trattamento e nella terapia delle malattie. "Spesso i pazienti uomini e le pazienti donne vengono trattate allo stesso modo, ma questo modello, che incide negativamente anche sul processo di nutrizione, non va bene" ha spiegato Vera Regitz-Zagrosek, direttrice dell'Istituto di genere in medicina presso la Charite University of Medicine di Berlino.

"Le donne sono anche le più esposte alla insicurezza alimentare" ha proseguito Sebelius, che ha poi spostato l'attenzione sul tema della malnutrizione e dell'obesità: "Sono le due facce dell'insicurezza alimentare. Per prima cosa bisogna cambiare le regole della dieta nei bambini a scuola, insistere sulla necessità di fare attività fisica ed educare i genitori. E infine, far sì che il cibo sano e salutare sia più accessibile a tutti, dal punto di vista economico e culinario".

"E' importante essere sane, non magre": lo afferma la campionessa Fiona May
La seconda parte del convegno, dal titolo "A conversation on sport, nutrition and health", era incentrata sulla salute sportiva in chiave femminile. Tra i partecipanti erano presenti le campionesse Fiona May ed Evelina Christillin, e il medico della Nazionale maschile di calcio Luca Gatteschi.

"Non importa essere magre - ha dichiarato Fiona May (nella foto a lato) - E' importante essere in salute. Non esiste un solo modello femminile, ne esistono tanti. E' necessario che le ragazze conoscano se stesse e il loro corpo, quindi la chiave è l'educazione".

Gatteschi ha voluto evidenziare quali siano le differenze di cui tenere conto quando si creano dei regimi alimentari per gli sportivi e per le sportive: "Anche l'alimentazione degli atleti deve tener conto delle differenze di genere, non solo dal punto di vista energetico, ma anche per garantire delle buone prestazioni e una veloce ripresa dopo gli infortuni".
Data di pubblicazione: