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L'esportatore (e produttore) denuncia un sistema che non funziona

"Leonardo Odorizzi: "Il gap di prezzo sulla frutta estiva uccide l'agricoltura"

"In quest'ultima settimana abbiamo capito che la crisi dell'ortofrutta non è dovuta né al calo dei consumi, che comunque esiste, né alla qualità della frutta italiana, della quale qualcuno dubita anche se le statistiche la mettono ai primi posti nel mondo per salubrità e sicurezza. Il vero problema sta nel divario di prezzo tra il punto vendita e l'agricoltore". E' il parere di Leonardo Odorizzi che, oltre a operare come esportatore di frutta, a Verona possiede anche una propria azienda agricola.

"FreshPlaza - continua l'imprenditore - recentemente ha riferito di ricarichi fino al 300-400%: fino a 3,49 euro per le pesche in un noto discount austriaco. In Italia, lo stesso prodotto italiano era venduto tra 2,99 e 3,20 euro, nel caso di pesche locali nei punti vendita del Veneto. Mi aspettavo quindi una vera e propria insurrezione e invece il sistema, tranne qualche timida obiezione, non si è fatto sentire".

"Alcune insegne della Gdo, forse spaventate dalla minaccia da parte di gruppi di produttori di far intervenire le autorità, hanno lasciato qualche centesimo in più ai grossisti, da ridistribuire in campagna, mentre i calibri inferiori, usati per il 90% nelle promozioni in giro per l'Europa a fianco dei prodotti spagnoli, più costosi, hanno subito un'ulteriore giro di vite".

"Come ripreso sempre da FreshPlaza - aggiunge Odorizzi - qualche operatore proponeva di togliere i calibri più piccoli dal mercato, ma le catene più aggressive hanno ridotto ulteriormente il prezzo che, ormai, a stento copre i costi delle confezioni".

"Pertanto - osserva Odorizzi - molto amaramente devo riscontrare che si è decretata la morte del sistema agricolo italiano. E' probabile che entro il 2016 la nostra produzione sarà dimezzata, nell'indifferenza generale. Ma, dovesse rimanere solo la Spagna - che è molto più organizzata e capace dell'Italia e già ora vende ben al di sopra dei nostri prezzi - rischiamo che essa assuma il monopolio dell'ortofrutta nel giro di pochi anni. A quel punto, sarebbero i produttori spagnoli a dettare legge ai clienti, mentre i nostri dovranno solo sperare in un'altra occupazione".

"Il che, anche per i supermercati, significherebbe perdere profitti - conclude Odorizzi - Già molte catene hanno denunciato sofferenze economiche con danni in bilancio a doppia cifra che nemmeno i super ricarichi del reparto ortofrutta sono riusciti a colmare".