Expo, Padiglione Belgio: venduta una tonnellata di patatine fritte al giorno
Non sono le classiche patatine fritte a fiammifero, vengono tagliate in tre diverse misure ma sempre abbastanza larghe, in modo da essere croccanti fuori e lasciare all'interno una parte di polpa morbida. Sono fritte una volta, prima di essere congelate, e fritte nuovamente prima di essere servite ai visitatori di Expo.
Queste patatine sono fatte con una varietà di patate speciali, che cresce in Belgio e nel nord della Francia, chiamata "Bintje". Il clima belga è perfetto per la coltivazione di tali tuberi, grazie alla grande ricchezza di nutrienti nel suolo e al clima umido: le piogge naturali sostituiscono infatti l'irrigazione artificiale.
Anche il metodo di frittura è importante per rendere le frites (così vengono chiamate in Belgio) così buone: la doppia frittura va fatta con l'olio vegetale o con il grasso bovino "Blanc de bœuf" - che dà alle patatine belghe quell'odore molto riconoscibile - e la temperatura dell'olio non deve superare i 175 gradi centigradi.
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Il Belgio è il primo esportatore al mondo di patate fritte surgelate (cfr. FreshPlaza del 26/05/2015) e i belgi ci tengono a sottolineare che le patatine fritte non sono nate in Francia, ma in Belgio: sono chiamate french fries solo per questioni di marketing, dicono, dato che in Francia non c'è una grande cultura delle patatine, mentre in Belgio ogni pochi metri si trovano chioschi che vendono coni di patatine fritte.
Anche nel chiosco di Expo le porzioni di patatine - che costano 4 euro - vengono servite in un cono, con una "tasca" laterale per mettere la salsa scelta.
Di fianco al chiosco c'è anche un cartonato di James Bint - il nome è un misto di James Bond e della varietà di patata "Bintje" - cioè la mascotte ufficiale delle frites a Expo.