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Expo: in arrivo 500 nuovi posti di lavoro nel settore alimentare

La sicurezza alimentare, grande protagonista dell'Esposizione universale, offrirà nuove opportunità di lavoro nei prossimi anni. La domanda occupazionale si concentrerà soprattutto su tre tipologie professionali: tecnologi alimentari, biotecnologi agro-industriali, laureati in biotecnologia e chimica. A stimare un boom di richieste in questo settore, fino a 500 nuovi posti di lavoro, è Technical Hunters, società di headhunting leader nella ricerca e selezione di personale specializzato.

"Sotto la spinta dell'Expo, l'obiettivo prioritario dei prossimi anni sarà la sicurezza degli alimenti: ma il 40% delle imprese agroalimentari italiane non si è ancora attrezzato, quindi la domanda di specialisti è destinata a crescere molto nei prossimi mesi" sostiene Anna Miranda, consulente di Technical Hunters.

"Sono oltre 1.000 le imprese del settore che dovranno adeguarsi nei prossimi 2 anni - spiega Miranda - non si tratta quindi di un bisogno transitorio, ma dell'eredità di Expo, che sta contribuendo a cambiare le regole del settore: di conseguenza ogni azienda alimentare o agricola dovrà provvedere a inquadrare stabilmente queste figure professionali, che hanno soprattutto compiti di controllo sulla sicurezza degli alimenti. La nostra previsione è che potranno nascere fino a 500 nuovi posti di lavoro, l'80% dei quali destinato a giovani alle prime esperienze lavorative".

Secondo Technical Hunters, gli stipendi per figure già professionalizzate - con un'età compresa tra i 28 e i 35 anni - possono andare dai 30.000 ai 60.000 euro lordi annui per i professionisti con almeno sei anni di esperienza.

Il tecnologo alimentare ha il compito di progettare e dirigere i processi per la produzione e commercializzazione di alimenti e i sistemi di controllo nelle strutture di ristorazione collettiva. Deve essere laureato in Scienze e tecnologie alimentari e iscritto all'albo professionale di categoria e può contare su uno stipendio lordo annuo medio di 35.000 euro, fino ad arrivare a 50.000 euro per la posizione di R&D manager.

Il biotecnologo agro-industriale si occupa invece della direzione e gestione delle aziende agricole, comprese le funzioni contabili e tributarie, la gestione fondiaria e quella delle colture e la valutazione dei danni alle colture. Deve essere laureato in Agraria o in Biotecnologie con indirizzo agro-industriale e iscritto all'albo dei periti agrari. La retribuzione media annua lorda iniziale è di 30.000 euro e raggiunge i 50.000 euro per le posizioni manageriali.

Per i laureati in biotecnologia e in chimica vi sono numerose opzioni all'interno del comparto agroalimentare: dall'analisi dei prodotti alle attività ispettive, dai campionamenti alimentari all'implementazione dei sistema di qualità, dei manuali di autocontrollo (HACCP) e dei sistemi di controllo dell'etichettatura.
Data di pubblicazione: