Lombardia: boom di giovani imprenditori agricoli, +32% nell'ultimo anno
"Si tratta della conferma di un trend che come Coldiretti stiamo rilevando da anni - spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia -. Per le nuove generazioni fare l'agricoltore non è più una vergogna o un mestiere poco qualificato, ma rappresenta invece un modo per costruire il futuro e trovare una nuova dimensione di vita". Infatti oggi il 54 per cento dei giovani - spiega un'indagine Coldiretti/Ixè - preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l'impiegato in banca (13 per cento). L'altro dato che emerge è che nei primi tre mesi del 2015 tra le nuove aziende agricole giovani, una su quattro è guidata da donne.
A livello provinciale le quote rosa giovanili sulle nuove aziende aperte, sono più forti a Lecco (50 per cento), a Como (40 per cento), a Bergamo (36,8 per cento), a Varese (33,3 per cento), con una media regionale del 26,4 per cento. A livello più generale, il record complessivo dei giovani capi azienda spetta sempre a Lecco con il 50 per cento, seguita da Como con il 47,6 per cento, Sondrio con il 45,8 per cento, Monza e Brianza con il 42,9 per cento e Varese con il 40,9 per cento. Valori più bassi nelle aree di pianura: dal 18,3 per cento di Mantova al 30,4 per cento di Cremona, al 36,8 per cento di Brescia.
I settori dove i giovani lombardi sono più impegnati - spiega la Coldiretti regionale - sono l'allevamento (49%), la coltivazione dei cereali (38%), la coltivazione degli ortaggi (14%), la coltivazione degli alberi da frutto (11%) con una capacità innovativa di utilizzo delle nuove tecnologie. Infatti, il 50% - stima la Coldiretti Lombardia - è presente online con siti web, facebook e twitter per promuovere la propria impresa.
Oggi le aziende sono in mano a ragazzi sempre più preparati la maggior parte di loro ha conseguito titoli specifici (perito agrario, agrotecnico, scienze agrarie, viticoltura ed enologia), ma non mancano meccanici, geometri, esperti di pubbliche relazioni e ingegneri elettronici che nonostante studi non agricoli hanno scelto il "ritorno alla terra". Un fenomeno che coinvolge le nuove generazioni per passione (36%) o per mantenere in vita l'azienda di famiglia (26%).