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Fusariosi dell'insalata: quest'estate a rischio il prodotto in serra nei Paesi Bassi

Attualmente la fusariosi dell'insalata sta giocando un ruolo importante nella coltivazione olandese del prodotto. Il fungo che colpisce le piante non si limita a compromettere la coltura, risulta anche ingestibile. Questo è quanto ha osservato Marco van der Weerdt, che l'anno scorso ha perso 300mila cespi di insalata. Perciò, quest'estate nel suo vivaio non ci sarà prodotto.

A maggio dell'anno scorso, infatti, Van der Weerdt si è accorto che alcune piante di insalata mostravano segni di sofferenza. Le cause non sono state subito chiare e si è deciso di disinfestare il terreno. "Da quel momento tutto è filato liscio. Invece, per il secondo ciclo produttivo qualcosa è andato storto". L'area seminata a spinaci e le piante di cavolo cinese non ne hanno risentito ma alcuni cespi di insalata erano completamente secchi.

Nel corso dell'estate 2014 è diventato chiaro che non era il solo coltivatore ad avere problemi. E questo, secondo lui, in parte è stato anche un sollievo. "Ad un certo punto cominci a dubitare di te stesso. Solitamente raggiungiamo una perdita del 2%. Durante il secondo ciclo produttivo è andato perso quasi il 50%. E' stato scoraggiante".

Il Fusarium è un fungo intasa i tessuti vascolari nelle radici, interrompendo l'afflusso dell'acqua e facendo seccare così la coltura. "Si deve essere diffuso attraverso il sistema di irrigazione - ha spiegato Van der Weerdt - Inizialmente aveva colpito solo la parte posteriore della serra. Successivamente è avanzato".

In Italia si ha a che fare con il Fusarium già da tempo ma nei Paesi Bassi ancora non era stato rilevato nelle lattughe. Di conseguenza non ci sono varietà resistenti e mezzi di contrasto conosciuti.

Van der Weerdt ha deciso di affittare una serra per riuscire a soddisfare comunque i suoi acquirenti. Fino all'autunno, l'insalata è stata coltivata senza problemi. Con l'abbassarsi delle temperature, anche il Fusarium ha cominciato a regredire. "Se la temperatura del terreno scende al di sotto dei 15 °C - ha spiegato Van der Weerdt - il tessuto vascolare riprende a funzionare. E se i cespi sono infetti continuano a crescere normalmente. Ora però le temperature sono aumentate e il fungo è presente in tutta la serra. Le piante crescono bene solo nella parte centrale, dove nella scorsa stagione erano stati coltivati spinaci. Credo che la fitopatia sia rimasta inattiva da allora".


Marco van der Weerdt nella sua serra. Le piante di cavolo cinese procedono bene ma l'insalata nella parte posteriore dovrà essere eliminata.

I problemi descritti da Van der Weerdt sono riscontrati anche da altri coltivatori. Robert van Appeldoorn è il coordinatore per gli ortaggi in serra della LTO Glaskracht Nederland. "Coloro che sono stati colpiti dal Fusarium nel 2014 registrano problemi anche quest'anno".

La fitopatia fungina si è presentata nei Paesi Bassi Occidentali. Al di fuori dell'Olanda meridionale non si sono registrati casi e non sono stati neanche segnalati nuovi contagi. Per i coltivatori colpiti, l'attuale annata riporta problemi ancora più gravi, soprattutto in combinazione con i millepiedi che attaccano le radici facilitando lo sviluppo del fungo.

La modalità del contagio è ancora molto poco chiara. Come il fungo abbia fatto ad arrivare nei Paesi Bassi e cosa succederà alla coltivazione in pieno campo sono solo alcune delle domande che si pongono gli operatori. Al momento si discute e si cerca di trovare una soluzione.

"Sappiamo che non si tratta di una forma aggressiva di Fusarium - ha sottolineato van Appeldoorn - ma abbiamo bisogno di maggiori informazioni. Inoltre, è necessario affrontare la situazione tutti insieme".


Al centro della serra la coltivazione procede bene ma dopo questo ciclo non verrà più seminata insalata. Il rischio è troppo grande.


Sono in corso dei test su nuove varietà per tenere testa al Fusarium.

In totale Van der Weerdt ha stimato la perdita dell'intera superficie di coltivazione (2 ettari): si tratta di 300mila cespi di insalata e perciò non avrà a disposizione prodotto per quest'estate. Neanche la serra coltivata a cavolo cinese può essere un'opzione. "I nostri acquirenti non stanno ad aspettare. Non ci mettiamo a produrre senza criterio. Prima vendiamo, poi continuiamo".

Cosa succederà quando l'anno prossimo le temperature aumenteranno nuovamente? "Non coltiveremo insalata in ogni caso - ha concluso Van der Weerdt - Almeno non finché non sarà trovata una soluzione. Non correremo altri rischi".

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: