Convegno sul recupero dei noccioleti abbandonati
L'iniziativa viene organizzata dal Lascito Cuneo, che si avvale del sostegno dei "Cavalieri dell'Asino d'Oro", e dalla Cooperativa sociale Nabot di Chiavari, che nel 2014 ha varato un progetto-pilota per il recupero dei noccioleti della bassa val Fontanabuona ottenendo i primi importanti risultati per il rilancio di una coltura tradizionale ancora suscettibile di dare una buona redditività.
Il nocciòlo, pianta molto diffusa allo stato selvatico sulla nostra montagna, ha subito nel corso dei secoli un processo di domesticazione che ha portato alla formazione di numerose varietà locali (cultivar) con adattamento ai fattori ambientali, come l'altitudine, l'esposizione, la natura del terreno, così da ottenere un prodotto diversificato sia nella forma sia nella dimensione del frutto ma caratterizzato da un aroma e da un gusto particolari.
A Calvari aveva sede, fino a qualche decennio fa, una storica azienda, una tra le maggiori a livello europeo, che si dedicava alla lavorazione e al commercio di nocciole, castagne e altra frutta secca. L'abbandono dell'agricoltura fece venir meno l'interesse economico per questa attività, che per oltre un secolo fu punto di riferimento per i coltivatori dell'entroterra.
Il Convegno, dopo i saluti delle autorità, sarà aperto da una introduzione di Renato Lagomarsino e proseguirà con l'illustrazione, da parte di Claudia Vaccarezza, docente di scienze naturali, della diffusione dei noccioleti sotto l'aspetto storico-ambientale, e con l'intervento di Virginia Ughini dell'Università di Piacenza sulla potenzialità della corilicoltura nell'entroterra del Tigullio. Sarà quindi la volta di Mariarita Savardi, della Cooperativa Nabot, che farà un primo bilancio del progetto-pilota avviato lo scorso anno, di Giuseppe Maggiolo, presidente dell'Ente Parco Aveto, che farà il punto sull'iter della pratica per l'ottenimento della denominazione d'origine protetta e di Rosario D'Acunto, presidente dell'associazione nazionale "Città della Nocciola", che si soffermerà sulla necessità di lavorare uniti per ottenere buoni risultati di carattere normativo ed economico.
Negli interventi conclusivi del Convegno verrà affrontato un tema che certamente susciterà interesse e curiosità: la possibilità di coltivare il tartufo in simbiosi con le piante di nocciòlo. L'argomento sarà trattato da due esperti dell'Università di Genova, Mirca Zotti e Simone Di Piazza, che potranno fornire anche utili indicazioni per l'impianto, non certamente facile, di una tartufaia.
Un rinfresco, e la visita (facoltativa) al noccioleto-pilota nella vicina località di Pian dei Cunei, concluderanno la giornata.