USA: nuovi studi sul meccanismo di azione del citrus greening
Abhaya Dandekar, biologo molecolare presso il campus di Davis, ritiene che sia soltanto questione di tempo prima che il citrus greening, già presente in Florida, prenda piede anche in California.
Le nuove ricerche - pubblicate dal magazine PLoS One - che sono state condotte sulla fitopatia dimostrano che il batterio patogeno interferisce con il metabolismo di zuccheri e amidi nelle foglie e nei frutti, tanto nel loro stadio giovanile quanto in quello avanzato. Inoltre, il patogeno riesce a interferire con i naturali meccanismi di autodifesa delle piante.
Dandekar ha ricordato che la lunga fase di latenza del batterio comporta l'assenza di sintomi di infezione e che dunque, vista anche la difficoltà incontrata nel ricreare il patogeno in laboratorio, l'unico metodo di difesa sia quello di applicare sostanze chimiche conto l'insetto (psilla) vettore del batterio.
I ceppi batterici responsabili del citrus greening sono tre specie di Candidatus Liberibacter bacteria, incluso Candidatus Liberibacter asiaticus, noto per abbreviazione come CaLas.
Lo studio condotto in California ha preso in esame quattro categorie di alberi di agrumi sani e malati per meglio comprendere in che modo il batterio comprometta la fisiologia della pianta durante le primissime fasi del contagio. Tale analisi ha premesso di stabilire che il batterio non si avvale di tossine o enzimi o secrezioni particolari per distruggere le pareti delle cellule vegetali. L'assenza di simili fattori fa propendere gli scienziati per l'ipotesi che il batterio agisca nella direzione di un completo squilibrio metabolico delle piante, interferendo proprio nel sistema linfatico e dunque nel trasporto di nutrienti all'interno dell'albero.
Ulteriori analisi hanno in effetti dimostrato un anomalo accumulo di amido nelle foglie, con conseguente indebolimento dell'attività fotosintetica; lo stesso metabolismo del saccarosio è risultato alterato. Il batterio HLB è inoltre in grado di interferire con la normale regolazione ormonale delle piante, che costituisce l'ossatura portante della loro capacità immunitaria.
Grazie a queste nuove acquisizioni, i ricercatori ritengono che sarà possibile sviluppare diversi trattamenti e procedure terapeutiche per le piante colpite, mediante l'uso di ormoni e altre molecole in grado di ripristinare il normale metabolismo e la risposta agli attacchi esterni.
Lo studio è stato finanziato da: Citrus Research and Development Foundation in Florida e Citrus Research Board della Florida.
Fonte: UC Davis