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Ieri al padiglione Expo di Federalimentare

La IV gamma ha ancora un futuro: sintesi della tavola rotonda organizzata da AIIPA

"L'orgoglio italiano", in busta o in ciotola, vince. Ma per far ripartire il mercato, la IV gamma ha bisogno di produttori aggregati. E' quanto emerso in occasione della tavola rotonda "Quarta gamma, orgoglio italiano. Nuova regolamentazione e opportunità per lo sviluppo del settore: tutti gli aspetti per cui l'Italia traina la IV gamma in Europa", organizzata ieri al Padiglione Expo di Federalimentare da AIIPA IV gamma - il Gruppo attivo all'interno della sezione Prodotti vegetali dell'Associazione italiana industrie prodotti alimentari.



Nella settimana in cui si festeggia (anche) all'esposizione universale la Repubblica italiana con eventi e iniziative nei nostri spazi più rappresentativi, il ruolo di eccellenza delle insalatine made in Italy nei confronti degli altri paesi europei è stato messo in evidenza da una indagine di Valdani Vicari e associati di Bruxelles LTD, presentata dal managing director Monica Pesce.


Monica Pesce presenta i risultati dell'indagine.

Se il mercato europeo della IV gamma vale 3 miliardi di euro, con una quota del 26% l'Italia è al secondo posto dietro il Regno Unito (33%) e davanti a Francia (18%), Spagna (12%) e Germania (11%).

Mettendo questi dati in relazione con il numero di abitanti, è chiaro ad esempio che la Germania è un mercato con potenzialità di sviluppo ancora molto ampie. Come dimostra anche il suo tasso medio di crescita 2012-2016 previsto vicino al 4,3%. Ancora più evidente nel caso della Spagna (4,6%), altro mercato "giovane", mentre Italia (-0,2%) e Francia (0,5%) sono stabili.



Tra i punti di forza della categoria segnalati da Monica Pesce, l'elevato livello di servizio, il risparmio di tempo, la proposta di una giusta porzione che eviti sprechi, la capacità di rispondere a bisogni specifici del consumatore. I punti deboli sono il prezzo (ma solo per i consumatori occasionali), la percezione di prodotto "meno fresco" per alcuni consumatori come i tedeschi, eventuali problematiche igienico-sanitarie, la disponibilità di prodotto fresco di qualità (ad esempio nell'Europa del Sud) e l'impatto ambientale del packaging.

Interessanti anche le opportunità di mercato messe in evidenza dall'indagine di Valdani Vicari e associati, riconducibili soprattutto alle innovazioni di prodotto (ready to eat, on-the-go, snack), alle nuove categorie di prodotto (frutta e altre tipologie di verdure), al canale HoReCa (in Spagna è già il 18% del mercato di IV gamma), alla polarizzazione dei consumi (le grandi città europee o, in Italia, il Nord piuttosto che il Sud). Ma anche la copertura a fronte di un basso indice di penetrazione può essere sfruttata meglio: in Italia, infatti, il 20% della popolazione consuma il 73% della offerta di IV gamma.



Dall'altra parte figurano il rischio di una devalorizzazione (0,99 euro/busta), i problemi igienico-sanitari che possono danneggiare il "percepito" del consumatore e l'incremento della concorrenza per l'entrata in scena di nuovi player locali.

L'indagine ha anche valutato il peso percentuale della frutta sul totale della IV gamma, che evidenzia un potenziale di crescita nel medio-lungo periodo nei mercati oggi meno maturi. Ma l'incidenza del prodotto frutta nel Regno Unito è anche fortemente determinato dalla scarsa disponibilità di prodotti freschi convenzionali.

I prodotti Private Label (PL) rappresentano oggi una percentuale rilevante del mercato IV gamma, attestandosi ampiamente sopra il 50% in tutti i Paesi analizzati. L'andamento della PL varia nei diversi mercati e, nello specifico, è in calo in Italia (del 4% a valore e del 2,9 a volume) e in Francia (del 2% a valore e del 2,6 a volume), mentre è in aumento in Spagna (+1,3% a valore e +1,8 a volume) e in Germania (+2,2% a valore e +0,6 a volume).

Insomma, una catena del valore "ricca" quella della IV gamma in Italia, con produttori di materia prima che spesso riforniscono anche le aziende estere e che sono spesso integrati verticalmente con le aziende italiane. Ma anche i produttori di packaging e di macchine rappresentano settori storicamente "forti" del made in Italy. Quindi la distribuzione, che non è "solo Gdo", ma anche HoReCa e Normal trade. Per quanto riguarda i consumi, il Nord vale il 90%, forse anche a causa della minore presenza, in Meridione, della Gdo. "Se la Grande distribuzione organizzata italiana da sola muove 750 milioni di euro - ha concluso Monica Pesce - allora è legittimo stimare che il mercato della IV gamma nella sua totalità, in Italia, arrivi a un miliardo di euro".


Da sinistra, Paolo De Castro, Francesco Pugliese, Laura La Posta che ha moderato la tavola rotonda, Mario Gasbarrino, Giuseppe Battagliola e Gianfranco D'Amico.

Da questi dati è quindi partita la tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Gianfranco D'Amico e Giuseppe Battagliola, rispettivamente presidente e vicepresidente del Gruppo AIIPA IV gamma (il primo AD di Bonduelle Italia e l'altro presidente de La Linea Verde), Francesco Pugliese, AD di Conad, Mario Gasbarrino, AD del Gruppo Unes, e l'europarlamentare Paolo De Castro.

E mentre Pugliese ammette che se al Sud si vende il 10% del totale della IV gamma, la colpa è di una Grande distribuzione "ferma all'età della pietra", Gasbarrino fa sapere che per far crescere ancora di più il mercato, U2 Supermercati venderà la IV gamma di frutta in avancassa.

"L'offerta - ha detto Pugliese - è inferiore alla domanda e molte aziende (200 in Italia sono troppe!) si sono letteralmente svendute, senza neppure bisogno che la Gdo chiedesse di abbassare il prezzo. Ora si può solo, anzi la politica dovrebbe, disincentivare l'insediamento di nuovi stabilimenti produttivi".

Per Battagliola il momento è storico per la nuova consapevolezza ed è inevitabile che si vada verso una concentrazione dell'offerta, non forzata ma è come un passaggio dovuto, per tornare a crescere.

Tutti d'accordo sul fatto che la nuova legge, che entrerà in vigore da agosto 2015 (cfr. FreshPlaza del 25/02/2015), alla quale AIIPA IV gamma ha dato un contributo fondamentale, sia utile per la sicurezza del consumatore e autoregolare le aziende produttrici. "Anche se - ha precisato D'Amico - i nostri standard sono molto più elevati di altri Paesi".

Per Gasbarrino, si tratta di regole che erano già applicate dalle insegne distributive, ma è poi Pugliese a chiudere la questione alla sua maniera: "Va bene la nuova legge purché ci siano anche i controlli. Le regole devono essere valide per tutti e non si deve arrivare al paradosso dell'art. 62 che, ancora oggi, viene rispettato solo da alcuni. E le aziende agricole nascondono la testa sotto la sabbia".

Per De Castro, la cultura dell'alimentazione è fondamentale, anche grazie a programmi come Frutta nelle Scuole. Altre risorse per il settore arriveranno poi dal programma promozione. "Ma il made in Italy da solo non basta, serve qualità e maggiore capacità organizzativa. E l'etica". Che è alla base del buon fare.