In Bulgaria la superficie coltivata a patate crolla del 30%
Durante un'intervista, il produttore Todor Dzhikov ha spiegato: "A seguito dell'embargo russo, negli altri Paesi europei i coltivatori di patate hanno ricevuto degli aiuti compensativi per ogni ettaro coltivato. Non solo, i pataticoltori bulgari sono stati duramente colpiti dai prezzi bassi dei tuberi provenienti da Polonia, Germania e Francia".
"I produttori bulgari avevano contratti per esportare in Russia ma il governo non può chiedere compensazioni e le patate polacche e francesi sono arrivate sul mercato bulgaro spingendo i prezzi verso il basso. Così, malgrado i nostri costi di produzione siano pari a 0,25-0,27 euro il kg, abbiamo dovuto vendere le patate a 0,22-0,23 euro il kg".
I rappresentanti dell'Unione nazionale pataticoltori stanno pertanto preparando una comunicazione formale al Primo Ministro Boyko Borisov e al Ministro dell'Agricoltura Desislava Taneva nella quale chiedono supporto per il settore.
A gennaio 2015 lo stato ha stanziato 17,89 milioni di euro in contributi per i produttori di frutta e verdura, dai quali sono stati esclusi i coltivatori di patate. I quali possono contare solo sull'aiuto dei regimi minimi, che però è inteso per l'intero settore orticolo, con le patate che rappresentano soltanto una delle quote (più basse). Nel 2014 i coltivatori di patate hanno ricevuto poco più di 235.000 euro e, se la situazione non cambierà, quest'anno è altamente probabile che molti coltivatori abbandoneranno la loro attività.
"Non possiamo competere con i nostri colleghi europei - ha concluso Todor Dzhikov - L'anno scorso i produttori hanno ricevuto solo 23 euro l'ettaro in pagamenti diretti. Intanto però i coltivatori francesi, che hanno visto cancellati i contratti per l'export in Russia, sono stati risarciti dalla Commissione europea con 130 euro l'ettaro.
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