Azienda di Pomorete e Universita' di Bologna insieme per rendere fertili 27.000 ettari di terra in Marocco
L'iniziativa dovrà rendere fertili 27.000 ettari che saranno dedicati dal Marocco alla coltivazione di orticole, al loro sviluppo in serra. Un progetto che il governo marocchino utilizzerà per sviluppare l'agricoltura e l'occupazione.
Paolo Manfredi, ad di Ecosistemi
La tecnologia e l'innovazione italiana, dunque, saranno messe alla prova in una zona a sud della costa, verso il deserto.
Le tecniche di Ecosistemi per il ripristino dei suoli sono conosciute a livello internazionale e proprio alcuni organismi hanno segnalato al Marocco la bontà del know how piacentino.
"Ho illustrato ai docenti universitari come si possono di nuovo far tornare a produrre i terreni - ha affermato Manfredi - che sono colpiti dalla desertificazione o che non rendono più. Il primo passo di questa avventura professionale consisterà in una fase di ricerca e studio, per poi arrivare ad applicare la tecnologia".
Le tecniche di Manfredi, che è un biologo, si fondano sull'incremento della fertilità fisica e chimica. I benefici per la terra dal punto di vista fisico sono: la capacità di trattenere l'acqua e il suo scorrimento in superficie; la porosità, l'aumento della capacità termica e la diminuzione della compattazione.
Sul piano della chimica, la terra avrebbe, tra l'altro, maggior dotazione organica, un incremento dei nutrienti e dei micronutrienti.
Manfredi è anche l'autore di un altro studio che sta compiendo per Pomorete, la prima filiera italiana del pomodoro - 15 aziende, 600 milioni di fatturato e circa 3000 dipendenti - molto attenta alla ricerca e all'innovazione. Con questo progetto, che ribadisce la vocazione internazionale di Pomorete, si vogliono dimostrare i benefici che avrebbero i campi coltivati a oro rosso se venissero concimati con i fanghi di lavorazione delle industrie di pomodoro, opportunamente depurati.