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I passi avanti raggiunti ieri a Bruxelles

Barriere fitosanitarie: dopo gli USA si lavora per il Messico

Si è tenuto ieri a Bruxelles l'Export Division Meeting che Freshfel, l'associazione europea per il settore ortofrutticolo, organizza una o due volte l'anno con il mondo della produzione per affrontare, come in questo caso, questioni fitosanitarie e apertura di nuovi mercati.

All'incontro di ieri, insieme ai responsabili delle DG Agri (c'era il direttore Diego Canga-Fano), DG Trade e DG Sanco, hanno partecipato i rappresentanti di Repubblica Ceca, Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lituania. Assente per motivi di forza maggiore il chairman spagnolo, mentre per l'Italia erano presenti Simona Rubbi, responsabile Progettazione e Legislazione del Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, e Giulia Montanaro di Assomela. Obiettivo del meeting era appunto mettere attorno allo stesso tavolo tutti gli stakeholder per passare ad azioni concrete.

"Dopo l'ottimo risultato conseguito con la DG Trade per esportare mele e pere negli Stati Uniti - spiega a FreshPalza Simona Rubbi - si sta iniziando a lavorare insieme alla DG Sanco per raggiungere il mercato messicano. L'esigenza di aprire nuovi mercati è ancora più forte visto il perdurare dell'embargo russo e, a maggior ragione, bisogna procedere in maniera coordinata. E in fretta".

"Ci stiamo muovendo lungo due direzioni - continua Rubbi - da una parte Canada, Stati Uniti, Messico e Brasile (verso il quale però l'Italia può già esportare, NdA) e, dall'altra, il Far East, quindi Corea, Cina e altri, che però procede con minore incisività. Va però ricordato che questi incontri non sono specifici per l'ortofrutta, ma riguardano anche i prodotti lattiero-caseari, la carne e quindi devono affrontare diversi aspetti".

Sempre in un'ottica di accesso a nuovi mercati, i partecipanti all'incontro hanno parlato della mancanza di reciprocità per la quale servirebbe un approccio politico. in tal senso, è stato detto, sarebbe interessante organizzare missioni e incontri bilaterali per facilitare la definizione di protocolli finalizzati all'eliminazione delle barriere fitosanitarie.

"A livello tecnico - aggiunge la responsabile Progettazione e Legislazione del Cso - è poi emersa la necessità di poter arrivare a uno standard unico, universalmente valido, per il cold treatment, il trattamento a freddo, riconosciuto valido scientificamente, ma per il quale ancora nel mondo sono richieste procedure differenti. L'Unione europea si è impegnata a raggiungere questo protocollo internazionale che potrebbe agevolare e velocizzare gli scambi".

"E' stato anche sottolineato - conclude Rubbi - come i nuovi mercati servirebbero a veicolare meglio le risorse che l'Unione europea stanzia per la promozione dei prodotti ortofrutticoli all'estero".