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L'UE verso una scelta volontaria

Etichetta di origine obbligatoria: Ministro Martina deluso dai Report della Commissione europea

Nessuna etichetta obbligatoria in vista per informare il consumatore europeo sull'origine di latte e prodotti caseari, carni di cavallo e coniglio, ma anche per prodotti come pasta, passata di pomodoro, succo d'arancia, zucchero o riso. E' quanto emerge dai rapporti pubblicati ieri dalla Commissione europea, secondo i quali, in questi casi, è meglio optare per una scelta volontaria, piuttosto che su un obbligo a livello comunitario.

"L'etichetta d'origine volontaria è consigliabile perché non impone carichi amministrativi non necessari alle autorità nazionali e agli operatori del settore", ha detto Enrico Brivio, portavoce per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea.

I rapporti dell'esecutivo UE a questo punto saranno inviati a Europarlamento e Consiglio, per un'eventuale discussione in materia.

"Ci aspettavamo molto di più dalla Commissione europea sul fronte dell'indicazione d'origine obbligatoria degli alimenti. Faremo sentire forte la nostra voce nel Consiglio dei Ministri dell'agricoltura UE, perché riteniamo fondamentale dare informazioni trasparenti al consumatore sulla provenienza delle materie prime. Il rapporto di oggi, purtroppo, non ci soddisfa, ma affronteremo con determinazione la questione tenendo conto delle risposte dei consumatori italiani alla nostra consultazione pubblica. Nove cittadini su dieci ci hanno chiesto di leggere chiaramente l'origine in etichetta. Nell'anno di Expo, mentre l'Italia si candida a guidare il dibattito sullo sviluppo agricolo globale, non possiamo accettare di stare fermi o fare passi indietro su un punto decisivo come quello dell'etichettatura". Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina sui rapporti pubblicati dalla Commissione europea sull'etichettatura di origine.