Non solo pere
L'Italia è tra i principali produttori di pere nella UE, ma non tale da dirsi preminente: la nostra quota su un totale di 2,6 milioni di tonnellate a livello europeo è infatti di 800mila ton.
Analizzando poi il mercato di vendita di questo frutto, si scopre che la pera italiana viene assorbita per il 90% dai consumi interni al mercato europeo. "Ragion per cui - spiega a FreshPlaza uno dei promotori del nuovo strumento di aggregazione - ci siamo resi conto che la nostra priorità dev'essere quella di preservare il mercato italiano ed europeo, senza perdere di vista nuove sfide su destinazioni lontane".
Il rischio è infatti quello di replicare le parabole discendenti già vissute in passato da altre produzioni territoriali un tempo forti e oggi in declino: "Non vogliamo che ciò accada. Il mercato che abbiamo già, va preservato rendendo distintivo il prodotto e lavorando sulla qualità per generare valore, prima ancora che investire (come sarà comunque necessario) su strategie di marketing".
Il gruppo agirà nell'ottica di creare valore per gli agricoltori attraverso strategie di aggregazione della produzione; la nuova sinergia ha come obiettivo non solo la singola produzione "pera", ma la generale redditività delle imprese agricole ortofrutticole penalizzate da margini insufficienti per garantire la sopravvivenza del settore.
"Non vogliamo parlare solo di volumi e neppure concentrarci su un'unica referenza - spiega ancora uno dei promotori a FreshPlaza - perché pensiamo a un modello innovativo e diverso di approccio al mercato, in cui essere grandi può servire, ai fini della competitività, solo in combinazione con la specializzazione e la flessibilità".
Gli obiettivi
Nei prossimi giorni saranno rese note le modalità operative e la lista dei partecipanti al nuovo strumento di aggregazione. Nel frattempo, i promotori si sono posti le seguenti finalità:
- migliorare il reddito della produzione agricola associata;
- mettere a punto un'aggregazione condivisa e un modello che, partendo da un prodotto, sia estendibile ad altre specie;
- organizzare un sistema a rete che valorizzi le risorse, il posizionamento di mercato e la specializzazione delle imprese socie;
- coordinare il destoccaggio per scongiurare le possibili "perdite di valore" dovute a squilibri di mercato;
- sviluppare nuovi mercati che richiederebbero un sforzo eccessivo se sostenuto singolarmente da ciascuna azienda;
- creare nuovi elementi di distintività attraverso politica di qualità, comunicazione e marca.