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Lo rivela l'ultima ricerca dell'Overseas Development Institute

Frutta e verdura venduta a peso d'oro e cibo spazzatura economico alla base dell'aumento di obesita' e sovrappeso

Nel mondo il tasso di obesità è in crescita: nel 1980 era in sovrappeso od obeso il 23% della popolazione adulta mondiale, nel 2008 il 34%. Questo è vero tanto nei paesi ricchi quanto nelle economie emergenti e a oggi nessuna nazione è riuscita a invertire, né arrestare, questa crescita.

Le cause dell'obesità sono molte e tra le principali si ritiene ci siano stimoli culturali e pubblicità, che spingono a consumare cibi particolarmente elaborati o junk food, il cosiddetto cibo spazzatura, piuttosto che alimenti più sani. Ma forse ci sono anche altri elementi finora poco analizzati, come il prezzo degli alimenti; ed è da qui che parte l'ultima ricerca dell'inglese Overseas Development Institute (ODI) dedicata a 4 economie emergenti: Brasile, Cina, Corea del Sud e Messico.


Obesità e sovrappeso nel mondo sono in aumento: i dati del 1980 e del 2008 a confronto (Fonte Overseas Development Institute)

La ricerca indaga le variazioni del prezzo dal dettaglio dei generi alimentari in queste economie in forte ascesa (leggasi maggiore disponibilità economica dei consumatori) rilevando come, in media, tra il 1990 e il 2012 il prezzo della verdura sia aumentato del 91%, mentre quello dei cibi trasformati è diminuito del 20%. In Messico i piatti pronti sono diventati più economici mentre il costo delle verdure verdi è in crescita da 25 anni; in Cina il costo di queste ultime è raddoppiato in 20 anni; in Brasile è aumentato il consumo di patatine, biscotti, barrette energetiche e bevande zuccherate, mentre in Corea il prezzo del cavolo, ingrediente molto comune in molti piatti tradizionali, è aumentato del 60%.

La tendenza registrata dall'ODI è molto simile a quella registrata sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti tra il 1980 e il 2012. In questo lasso di tempo, nel Regno Unito, il costo del gelato si è dimezzato, mentre quello di frutta e verdura si è triplicato (+199%). E come in questi paesi sovrappeso e obesità sono cresciuti, così è stato anche nelle economie analizzate. In Brasile il consumo pro capite di alimenti da asporto è passato dagli 80 kg nel 1999 a circa 110, una differenza che equivale, come riporta il ricercatore e co-autore del rapporto ODI, Steve Wiggins, "a un consumo a testa di 140 Big Mac all'anno", così in poco più di 30 anni il numero dei brasiliani in sovrappeso è triplicato, dai 33 milioni del 1980 ai 90 milioni del 2013. Oggi in Messico sono in sovrappeso 7 adulti su 10, contro i 4 su 10 di trent'anni fa.



Ma a che cosa sono dovute queste variazioni di prezzo? Per i ricercatori dell'ODI l'aumento del costo di frutta e verdura potrebbe essere spiegato da un aumento delle tecnologie utilizzate e dalle produzioni all'avanguardia, che garantiscono frutta e verdura di qualità praticamente per tutto l'anno. Nel caso di alimenti trasformati e junk food il calo dei prezzi potrebbe essere stato determinato da un calo dei costi di trasporto e di logistica.

Ad oggi nessuna nazione è riuscita a porre un freno al dilagare di obesità e sovrappeso, ma alcuni tentativi esistono. L'anno scorso il governo messicano ha introdotto una tassa extra sulle bevande zuccherate e sugli alimenti ad alta densità energetica. "Nel 2009 - spiega Wiggins - era stato calcolato che applicando una tassazione tipo IVA del 17,5% sui cibi meno salutari e usandone gli introiti per incentivare il consumo di frutta e verdura si sarebbero potute salvare da morti premature legate al diabete tra le 3.600 e le 6.400 persone, all'anno. Anche nella stima più bassa (3.600) si tratterebbe di più del doppio delle persone che ogni anno perdono la vita sulle strade del Regno Unito, sulla cui prevenzione si investe molto".

Rielaborazione testi FreshPlaza su fonte Overseas Development Institute.