Pere: sei big dicono no alla maxi-aggregazione
Nella nota si legge: "Condividendo la necessità strategica di aggregare la produzione, al fine di creare valore per gli agricoltori produttori di pere, riteniamo che il progetto P.E.R.A., proposto dai tre promotori Agrintesa, Patfrut e Fruit Modena Group, con il coordinamento di Apo Conerpo, contenga criticità su punti fondamentali che devono essere chiariti al fine di consentire l'ingresso della più ampia platea di aderenti".
"In particolare, si evidenzia la mancanza di un chiaro progetto industriale e di marketing che dia distintività al prodotto e che generi valore".
Le aziende auspicano "il superamento delle rigidità che hanno bloccato i promotori precludendo di fatto ogni nostro tentativo di risoluzione dei punti critici che, a tutt'oggi, contrassegnano la proposta e si sentono impegnate a contribuire alla costruzione di un progetto condiviso che dia risposte alle necessità del settore e alla risoluzione dei nodi che si frappongono alla giusta valorizzazione di un prodotto d'eccellenza del nostro territorio".
Contattate, alcune delle aziende si sono trincerate dietro un "no comment" di rito. Cosa peraltro fatta anche dai promotori del progetto.
Mettere insieme tante realtà, private e cooperative, di diversa matrice politica, era sembrato complicato fin dall'inizio. Al di là delle parole di circostanza, il mancato accordo di ieri sembra definitivo. Uno strappo difficile da ricucire.
La maxi-aggregazione delle pere partirà comunque ma ridimensionata. Farà meglio di Pera Italia? Un'altra iniziativa (cui aderiscono alcune delle grandi aziende presenti ieri al Tavolo) nata per concentrare l'offerta di pere e garantire reddito ai produttori che non ha finora dato i risultati sperati.