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A pochi giorni dalla prima edizione, parla il presidente della nuova rassegna internazionale

"Francesco Pugliese (Fruit Innovation): "Ecco perche' Milano richiama i buyer di tutto il mondo"

A due settimane dalla prima edizione di Fruit Innovation, che si candida come fiera internazionale dell'ortofrutta italiana (in programma a Milano dal 20 al 22 maggio), FreshPlaza ha intervistato Francesco Pugliese (nella foto), presidente della manifestazione.

Innanzitutto, dottor Pugliese, perché ha accettato la presidenza di Fruit Innovation?
L'ho accettata perché credo che Milano possa essere la sede ideale di un grande evento internazionale, quello che fino a oggi è mancato nel nostro Paese. Ho accettato anche perché in Italia tutti noi abbiamo bisogno di un punto di incontro dove mettere a punto strategie concrete a vantaggio della filiera ortofrutticola.

Fruit Innovation nasce dalla volontà dei settori rappresentativi dell'ortofrutta italiana con l'obiettivo di valorizzare l'immagine della filiera sui mercati a livello mondiale. C'è l'orgoglio e la forte richiesta di ospitare nel nostro Paese un evento che metta in mostra le nostre eccellenze e che non costringa i produttori ad andare in trasferta all'estero.


Per questo la cabina di regia di Fruit Innovation è stata costituita per aprire un tavolo dove definire strategie e target per il rilancio del settore, puntando a internazionalizzazione e innovazione della filiera. E' uno strumento dalle grandi potenzialità per dare direttive su temi nevralgici, come ad esempio la competitività sui mercati internazionali ai quali dobbiamo puntare mettendo a punto strategie mirate ed efficienti. La scelta di Milano è l'unica scelta conseguente a queste necessità. E' l'unico hub con capacità di attrarre un pubblico internazionale.

A due settimane dalla fiera, può fare un primo bilancio delle cose fatte per arrivare all'appuntamento secondo pronostico? Qual era/è l'obiettivo di questa prima edizione?
La prima edizione di Fruit Innovation ha già raggiunto risultati notevoli: i settori hanno scelto Milano con un'importante qualità espositiva; anche la distribuzione ha scelto Milano. Pensiamo poi che è stata realizzata in tempi record: non potevamo infatti ignorare l'opportunità di Expo 2015. Siamo quindi soddisfatti dei risultati.

L'internazionalizzazione era tra gli obiettivi della prima edizione. Solo per Fruit Innovation avremo un importante programma di B2B con buyer internazionali provenienti da 18 Paesi, dagli Emirati alla Corea del Sud, dagli Stati Uniti alla Svezia, alla Danimarca, al Regno Unito e, ovviamente, da Paesi più vicini come Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera e altri.


Il numero di espositori è in linea con le vostre aspettative? Quali i settori dell'ortofrutta e i Paesi esteri più rappresentati?
Duecento espositori su una superficie lorda di 15mila metri quadrati hanno creduto nel nuovo progetto. Sottolineo ancora il tema della qualità espositiva. Gli stand collettivi - da Fruitimprese a Unaproa, da Italia Ortofrutta a Fedagromercati, da Italmercati a Mercati Associati - rappresentano nel loro complesso la produzione e il commercio ortofrutticolo italiano con l'adesione delle imprese di eccellenza. Sono presenti alcuni dei più grandi esportatori e i cinque maggiori importatori.

Largamente rappresentata è la produzione del Sud Italia, che in questo momento è molto richiesta dai buyer internazionali.

Presente al gran completo il settore della quarta gamma, evidentemente attirato dallo stretto rapporto di Fruit Innovation con la grande distribuzione italiana che del prodotto tagliato, confezionato e pronto al consumo è il maggiore cliente.

Tra gli espositori internazionali avremo una buona presenza del Nord Africa, un mercato emergente nonostante le crisi politiche, e poi Egitto, Marocco e Tunisia. Sarà presente anche l'America del Sud con il Perù. Significativa, inoltre, la presenza delle tecnologie e degli imballaggi, con aziende di prim'ordine.


In qualità di presidente di Adm (Associazione distribuzione moderna) - ma anche AD di Conad e presidente di Core - quali input/richieste esplicite ha ricevuto dai buyer nazionali e stranieri?
Da parte dei buyer c'è naturalmente un grande interesse. Milano è il luogo ideale per fare affari. Tra i visitatori pre-registrati alla manifestazione spiccano importanti nomi della distribuzione, della ristorazione e del commercio, alla ricerca di assortimenti, qualità, nuovi prodotti e nuovi packaging e, perché no, nuove idee grazie anche ai dibattiti che animeranno i tre giorni di manifestazione.

Al recente seminario del 14 aprile a Milano si è parlato anche dei progetti per i prossimi tre anni: quali sono a suo avviso gli step essenziali di questo percorso che dovrebbe portare a quella piattaforma internazionale che l'ortofrutta italiana richiede da tempo?
Come già detto Fruit Innovation è un tavolo aperto che non si esaurisce nei tre giorni di fiera, ma che sta già lavorando alla prossima edizione. Sono state infatti fissate le date del 2016, che annunceremo in occasione della conferenza di apertura il prossimo 20 maggio, ed è allo studio un programma di eventi focalizzato su temi strategici per il settore.

Il convegno dello scorso 14 aprile sull'internazionalizzazione ha mostrato la serietà della nostra impostazione.


La domanda a cui avrebbe voluto rispondere e non le ho fatto?
E il settore Pubblico da che parte sta? Oggi più che mai è opportuno non disperdere ma concentrare le risorse a supporto del settore. Si devono allineare le politiche pubbliche alle politiche industriali del settore. Ci attendiamo pertanto che il Pubblico, qualora condivida il progetto di politica industriale dei settore, lo supporti e lo sostenga senza dispersione di fondi. Qualora, invece, non condividesse il progetto, deve spiegare le ragioni di questa mancata condivisione.