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"Resoconto del meeting "Agricoltura e biotecnologie. Il mondo produttivo e la ricerca a confronto"

Si è svolto ieri 27 aprile 2015 presso la "Sala Cinese" del Dipartimento di Agraria della Università Federico II di Napoli in Portici il convegno dal titolo "Agricoltura e biotecnologie. Il mondo produttivo e la ricerca a confronto". L'evento, promosso da Confagricoltura Campania e dal Dipartimento di Agraria della Università Federico II di Napoli ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi e del Presidente del CNR Gino Nicolais.

"E' legittimo e necessario chiedersi come usare le tecnologie per migliorare le nostre produzioni. E' ciò che storicamente, nel nostro come in altri settori, si è sempre fatto. Quello che oggi è tradizione prima era innovazione". E' quanto ha detto Mario Guidi, presidente di Confagricoltura al convegno, sottolineando come nel dibattito pubblico non si possa condannare una tecnologia senza evidenze scientifiche a supporto.

"Come imprenditori – ha continuato Guidi - siamo abituati a produrre e a farlo bene, ma siamo e restiamo indietro sul fronte della ricerca. La sfida di Expo, che parte dopodomani è quella di nutrire il Pianeta con cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti. Ciò significa che occorre produrre di più, ma con sempre meno risorse. Noi di Confagricoltura vogliamo raccogliere questa sfida e per questo proponiamo di tenere aperto il dibattito, sulla base di valutazioni puntuali e scientifiche, sulle biotecnologie. Con Expo infatti lavoreremo per studiare come produrre in modo sostenibile per soddisfare il fabbisogno alimentare del pianeta e garantire la salvezza di prodotti tradizionali della nostra terra, anche grazie all'uso della tecnologia".

Cereali e leguminose, ricorda Confagricoltura, sono importati per la maggior parte, in particolare dagli Usa, dall'Argentina e dal Brasile. Nei soli Stati Uniti, nel 2013, le colture OGM superavano i 70 milioni di ettari. In Europa il problema è demandato agli Stati membri dove Spagna e Gran Bretagna sono favorevoli, dubbiosi Francia e Germania e contraria l'Italia. La produzione italiana copre quasi il 20% del fabbisogno nazionale di soia e circa il 50% di quello del mais. "Se non possiamo coltivare OGM – ha concluso Guidi – con l'intenzione di proteggere i prodotti italiani allora dovremmo evitare anche le importazioni".
Data di pubblicazione: