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Divieto esteso ad agrumi, viti e roseti

Xylella: anche il Marocco sospende l'importazione di piante dalla Puglia

Il Marocco, come la Francia, ha deciso, a seguito dell'espandersi dei problemi legati alla Xylella negli uliveti pugliesi, di sospendere l'importazione di molti tipi di piante dall'Italia. Nel riferirlo, alcuni siti marocchini sottolineano comunque che le autorità italiane stanno combattendo, con misure drastiche, quali l'abbattimento delle piante malate, il batterio della Xylella fastidiosa.

Il provvedimento di sospensione dell'importazione dall'Italia riguarda, oltre gli ulivi, anche altre piante come agrumi, viti, oleandri, querce e anche rose. In ogni caso, sino ad oggi, in Marocco non è stato segnalato alcun caso di ulivi toccati dal batterio.

Dura reazione della Coldiretti Puglia

"La Puglia, dopo aver pagato il prezzo dell'accordo Euro-Mediterraneo tra UE e Marocco che ha causato l'invasione del mercato di pomodori ciliegino marocchini a basso costo, subisce il ridicolo embargo da parte del Paese magrebino verso cui le esportazioni pugliesi sono praticamente nulle. Tutto ciò avviene mentre la Commissione Europea non ha ancora disposto lo stop alle importazioni di piante – eccezion fatta per vite e agrumi - provenienti da Paesi extra-UE, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Pertanto, dall'Olanda possono entrare piante infette, come quelle di caffè che sono state ritrovate nei vivai lombardi e parigini, a distanza di due anni dall'infezione verificatasi in Puglia. Intanto, ha messo in quarantena da oltre un anno vivai e olivicoltori pugliesi".

E' il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a intervenire aspramente sulla questione. Alle sue parole fanno eco quelle del Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti: "Siamo increduli di fronte alla posizione di un Paese che può permettersi di vendere a bassi prezzi per i minori costi di produzione, per il basso costo della manodopera, ma anche per la difesa antiparassitaria che può contare su decine di principi attivi non più utilizzabili dai produttori comunitari, come era stato denunciato da Coldiretti già all'epoca della stipula dell'accordo. Basti pensare – conclude Corsetti - al famigerato bromuro di metile, bandito dall'UE perché dannoso nei confronti dell'ambiente, che i produttori marocchini possono continuare a utilizzare, determinando un ulteriore svantaggio per le produzioni comunitarie. Il tutto con buona pace dell'etica, della coerenza e della reciprocità delle regole produttive che dovrebbero guidare l'UE quando stipula accordi di questo tipo".

Coldiretti denuncia il sistema di regole europee che facilita le importazioni di qualsiasi bene, spesso anche senza le giuste garanzie per i consumatori, mentre rende difficili, per assurdo, le esportazioni. L'aggravante è che i flussi commerciali continuano e l'UE ha posto l'embargo ai nostri vivai, ma non ha risolto il problema alla fonte, ovvero realizzando i centri di quarantena fitosanitaria all'ingresso dell'Europa.
Data di pubblicazione: