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La campagna in corso ad Almeria e Murcia: cosa bolle in... paella? Il pomodoro, a ognuno il suo

La ditta sementiera Meridiem Seeds analizza per i lettori di FreshPlaza le tendenze produttive e commerciali nel segmento del pomodoro, in Spagna e in Italia.

Quando in Almeria (Spagna) si parla di produzioni consistenti, importanti sia per volumi sia per continuità e differenti tipologie è necessario ricordare come la prima coltivazione sia indiscutibilmente quella del pomodoro nelle sue principali accezioni, quali:
 
- a grappolo che rappresenta oltre 25% del totale di pomodori di piccole-medie dimensioni, così come di quelli di maggiore pezzatura come MS 452, anche e soprattutto a frutto singolo LSL (long-shelf-life) che rappresenta oltre 25% del totale; grande crescita si registra negli ultimi anni in questa classe di prodotto (come ElCabo e Alcalde);



A sinistra: ElCabo; a destra: Alcade. Nella foto sotto: MS 452.



- cherry/cocktail sia a frutto singolo che a grappolo con oltre il 10% sul totale, ma con tendenza in crescita;

- plum con oltre il 22% formato dai mini sia a singolo sia a grappolo, passando da pezzature di maggiori dimensioni sia a grappolo che singolo come Royalty, Capirex e i nuovi Granoval e Turria senza dimenticare l'ultimo nato TX 1936 di pezzatura 50-60 gr a grappolo, assolutamente fantastico per colore, tenuta e qualità;





Dall'alto a sinistra a in basso a destra: sue immagini di pomodoro Granoval, seguiti dalle cultivar Capirex e Turria. Qui sotto: un'immagine del pomodoro Royalty.



- insalatari come il nuovo Ruano e Tanguero e Raf che rappresentano oltre il 5% sul totale nonché la prima scelta per il mercato locale per le loro caratteristiche uniche (croccantezza, polposità e gusto).


Foto sopra: Ruano; foto sotto: Tanguero.



Il pomodoro rappresenta in Spagna, con i suoi 11.000 ettari (di cui il 90% in produzione a lotta integrata):
  • la prima produzione per superficie investita;
  • la produzione totale più importante con oltre 1,1 mln ton, di cui il 50% esportato verso i paesi europei (raggiungendo Germania, Francia, UK, Paesi Bassi, Polonia e Italia), con un calendario che copre da novembre a giugno, ma con picchi importanti da dicembre a marzo (né potrebbe essere diversamente, se si considera che a marzo infatti iniziano le produzioni olandesi, competitive e alternative rispetto a quelle spagnole soprattutto verso Germania e Paesi dell'Est Europeo o Gran Bretagna);
  • il massimo del valore in Euro esportato, pari comunque a quello dei peperoni che pur avendo minore superficie e minore produzione, spuntano prezzi più alti.
Produrre pomodoro in Almeria significa coltivare qualità abbinata alla sicurezza: parliamo di una produzione completamente tracciata, connotata da continuità e volumi importanti, con una gamma di offerta complessiva in grado di cogliere i diversi bisogni di mercati differenti: naturalmente quest'affermazione è valida anche per tutte le altre specie prodotte, ma il pomodoro costituisce in assoluto la chiave per accedere a tutti i mercati.

Non a caso, grande attenzione è stata posta, soprattutto negli ultimi anni, sul tratto del gusto, visto che tutti i mercati lo richiedono sistematicamente e con insistenza. Ciò ha indirizzato le produzioni anche verso nuove tipologie; benché l'aspetto del gusto non dipenda solo dall'introduzione di nuovi ibridi, ma anche dall'individuazione di periodi, aree e tecniche diverse di produzione, che possano esaltare tutte le condizioni nei diversi periodi dell'anno, mantenendo continuità di tipologia.

L'area di Almeria si presta perfettamente a questo scopo, soprattutto nella zona di La Canada in grado di esaltare le caratteristiche dei frutti per colore, tenuta e sapore/gusto; senza dimenticare, poi, la sempre maggiore richiesta di aspetti salutistico-dietetici come nel caso del pomodoro ad alto contenuto di carotenoidi come Licopene e Vitamina C.

La situazione in Italia
L'Italia risponde adeguatamente alla sollecitazione di qualità intesa come colore, sapore/gusto e tenuta, soprattutto per alcune tipologie dove da almeno vent'anni (come nel caso del cherry) ha determinato una propria leadership; primato che tuttavia oggi appare fortemente in discussione con vecchie/nuove presenze sui mercati (Spagna - area diGranada, nonché Tunisia,Turchia e soprattutto Marocco).

Parallelamente, le produzioni del Nord Italia sono ormai rimaste a uso esclusivo dei consumi locali (vedasi il caso dell'insalataro - comprendendo il cuore di bue; oppure il pomodoro allungato come Verace/plum, anche a rosso), mentre la Sicilia per tutto il periodo invernale da ottobre/novembre e successivamente fino a luglio fa leva su ideotipi locali (come tipologie Marmande e insalatari di piccole dimensioni ma di grande gusto - vedasi Tanguero).

Foto a lato: pomodoro Meridiem Verace

Con il chiaro obiettivo di centrare quei concetti di qualità più volte sopracitati e in funzione delle caratteristiche organolettiche raggiungibili nel periodo da dicembre fino ad aprile/maggio, si è raffinata l'identificazione delle aree tipiche: Portopalo e dintorni di Pachino e Acate (in Sicilia), ma anche l'area pugliese da Lesina/Zapponata fino a Leveranno/Lecce, passando per alcune zone di Fondi che negli ultimi anni si sono specializzate nelle produzioni di secondo periodo e infine la Sardegna (zona di Cagliari) e relative tecniche agronomiche.

Si è altresì assistito prima a un affiancamento del datterino al cherry, acquisendo sempre più importanza al punto da superarne probabilmente le superfici (prevalentemente a grappolo). Anche qui, gli aspetti vincenti sono i medesimi: colore, polposità, gusto, alto grado brix e mancanza di percezione della buccia; così come non vanno sottaciuti i ben noti limiti: piccoli volumi e mancanza di continuità, problemi di logistica, incapacità di promuoversi sul mercato internazionale dove l'Italia dal 2000 in soli 10 anni ha perso ben 40 punti percentuali sul solo mercato tedesco (per tutte le tipologie di pomodoro) crollando da una quota di oltre il 45% al 4%. Di contro, le importazioni di pomodoro in Italia sono cresciute da un 5% nel 2000 a oltre il 30% nei dieci anni successivi (con merce in ingresso da Paesi EU ed extra Cee): insomma, l'Italia sul pomodoro ha perso per ben due volte volte! L'errore è stato quello di trincerarsi dietro concetti di nicchia di mercato, evitando di confrontarsi con le produzioni estere per un import che si è rivelato nel tempo sempre più aggressivo, organizzato, capace soprattutto di offrire continuità per quegli ideotipi che determinano i maggiori volumi (come il grappolo, ma oggi anche il cherry e mini/midi plum).

Secondo l'analisi dei responsabili Meridiem Seeds, i nostri produttori italiani hanno indubbie capacità, sicuramente non inferiori a quelle di altri paesi, soprattutto se ridefinite sulla base di quelle caratteristiche organolettiche che costituiscono veri e propri prerequisiti per i mercati, non solo esteri ma anche interni (tenuta e colore, per esempio); anzi, le produzioni italiane brillano proprio negli aspetti da sempre richiesti e attesi come reale valore aggiunto: non solo gradi brix quindi (= pomodoro dolce) ma gusto (= giusta relazione tra Brix e acidità), anche per quelle tipologie che si identificano come prodotti locali, tipo Tresibon e Guiomar.


Guiomar.

Nessun dubbio che Meridiem Seeds stia pertanto lavorando presso la sua stazione di ricerca di Almeria in materia di selezione, breeding e interscambio con il proprio marketing/intelligence, costruendo un percorso comune alle aziende produttrici e a quelle distributive, segmentando l'offerta per classi di consumatori nei differenti periodi dell'anno da diverse aree, e mantenendo alto lo standard di qualità atteso per vecchie e nuove tipologie. Tutto ciò al fine di servire contestualmente nuovi e vecchi mercati, inclusi i segmenti merceologici che ricordano la tipicità delle nostre produzioni come pomodori da riso, grigliati, gratin (tipo ElCabo/Alcald), e mettendo a disposizione delle aziende agricole programmi di produzione personalizzati mirati a incontrare il mercato nei tempi e modi più opportuni.

Contatti:
Meridiem Seeds Italia Srl

Stefano Campazzi
Cell.: (+39) 329 8474284
Data di pubblicazione: