Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Preservare le risorse idriche mondiali: ecco la sfida della FAO

L'acqua è vita. L'acqua è un fattore determinate che coinvolge tutti gli aspetti dell'esistenza umana, dallo sviluppo sociale a quello economico, passando per quello ambientale.



Preservare l'acqua è indispensabile per eliminare la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, ridurre le catastrofi naturali e quelle provocate dall'uomo, incentivando lo sviluppo sostenibile a livello mondiale.

Non a caso, uno dei principali obiettivi che la FAO ha messo all'interno della propria agenda per i prossimi anni è proprio quello di preservare le risorse idriche mondiali.

Anche i leader di governo di tutti i Paesi del mondo dovrebbero porre il tema dell'acqua al centro dei loro obiettivi. Per contribuire alla creazione di un mondo migliore è importante che tutti i cittadini possano contare su una giusta quantità di acqua potabile sicura, su una gestione attenta delle risorse idriche e su un mirato monitoraggio delle risorse acquatiche.

L'attuale utilizzo che si fa di questa importante risorsa non è corretto. E, nel secolo scorso, il suo utilizzo è cresciuto più del doppio di quanto non sia salito il tasso di crescita della popolazione.

Tra il 1990 e il 2010, più di 2 miliardi di persone hanno avuto accesso all'acqua potabile, ma sono ancora 780 milioni le persone che ne rimangono prive. Persone che quindi non possono contare su servizi igienico-sanitari sicuri.

Oltre 1,7 miliardi di persone vivono, oggi, vicino a bacini fluviali con acqua insufficiente e risorse idriche sotterranee esaurite.

Appena i Paesi raggiungono un certo grado di sviluppo, la domanda di acqua tende ad aumentare di circa il 55%. E se i livelli di consumo idrico resteranno quelli attuali, nel 2050 si prevede che ben due terzi della popolazione mondiale dovranno fare i conti con problemi legati all'assenza o alla carenza di acqua.

In contemporanea con il cambiamento climatico e il degrado degli ecosistemi, si prevede che aumenteranno le problematiche legate alla siccità e alle inondazioni. C'è anche il rischio, poi, di un aumento dei conflitti per l'accaparramento dell'acqua, vista la sua sempre maggiore scarsità.

Per risolvere questo problema è necessario studiare un sistema per produrre più acqua. E' necessario un approccio integrato capace di mettere insieme infrastrutture adeguate e una corretta gestione delle risorse idriche.

Uno dei punti più importanti da affrontare riguarda l'acqua utilizzata per l'irrigazione dei campi e la produzione alimentare. Nei Paesi appartenenti all'OCSE si conta che l'acqua utilizzata in l'agricoltura equivalga al 44% del consumo totale, in quelli del gruppo BRIC il 74% e nei Paesi meno sviluppati si arriva addirittura al 90%.

Con l'aumento della popolazione previsto per i prossimi anni il consumo alimentare crescerà e quindi anche la richiesta di acqua per l'irrigazione dei campi agricoli.

La sfida di ottenere una maggiore produzione di acqua (ad esempio desalinizzando quella marina) non è ancora stata raggiunta. Da uno studio che ha coinvolto 130 Paesi è emerso che, nonostante vi sia stata l'adozione di approcci integrati per la gestione delle acque, questi hanno trovato enormi difficoltà di applicazione.

Gli obiettivi per il futuro riguardano la razionalizzazione dell'irrigazione, la raccolta dell'acqua piovana, l'investimento in progetti di gestione dell'acqua dolce. Tutto ciò potrebbe portare importanti risultati per quanto riguarda la produzione e la sicurezza alimentare.

In alcune regioni del mondo, come ad esempio nell'Africa sub-sahariana, il potenziale produttivo delle risorse idriche rimane inutilizzato per mancanza di investimenti mirati.

L'unica strada possibile resta dunque quella della cooperazione intersettoriale a livello locale, nazionale, regionale e globale.

E' doveroso inoltre migliorare la conoscenza, la ricerca, l'innovazione per andare verso un uso più produttivo e sostenibile dell'acqua. Dati e informazioni, aggiornati periodicamente, sulle tendenze e le prospettive delle risorse idriche e del loro utilizzo sono il presupposto per un processo decisionale consapevole.

Tutto ciò potrebbe tradursi nella creazione di posti di lavoro, di un ambiente più sicuro e migliore per la salute e il benessere.

Allo stesso tempo, vi è la necessità di migliorare la qualità dell'acqua dolce affrontando il problema dell'inquinamento e della necessità di un migliore utilizzo delle acque reflue. E' stato infatti stimato che circa l'80 per cento delle acque reflue provenienti da insediamenti umani e siti industriali di tutto il mondo venga scaricato senza alcun tipo di trattamento preventivo, con effetti negativi sulla salute umana e sull'ambiente.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte: www.fao.org